7.0
- Band: ASPHYX , GRAND SUPREME BLOOD COURT
- Durata: 00:47:41
- Disponibile dal: 12/11/2012
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Asphyx. Non badate troppo al nome della band in copertina. Questo è un album degli Asphyx. Bob Bagchus, Martin Van Drunen ed Eric Daniels – sì, proprio la lineup artefice di disconi come “The Rack” o “Last One On Earth” – si sono riuniti sotto il moniker Grand Supreme Blood Court, ma il risultato non cambia. Daniels, lontano dalle scene da diverso tempo anche e soprattutto per problemi di salute, ha voluto imbracciare nuovamente la chitarra e, a quanto pare, non ha potuto fare a meno di pensare ai suoi più noti vecchi compagni di avventure per allestire la formazione di questo suo nuovo progetto. Perchè non ha semplicemente provato a tornare a far parte degli avviatissimi Asphyx, si domanderanno in molti? Chi lo sa… da qui è impossibile conoscere le dinamiche interne della band o le ragioni e le ambizioni di questi personaggi. Resta il fatto che – sia per l’inconfondibile stile chitarristico, sia per l’altrettanto peculiare screaming di Van Drunen – nel 2012 ci ritroviamo con be due album degli Asphyx (o pseudo tali) tra le mani: “Deathhammer” e “Bow Down Before The Blood Court”. Certo, la produzione di quest’ultimo è più sporca e il guitar-work di Daniels è mediamente più brutale e meno catchy di quello di Paul Baayens, ma le differenze complessive tra i due gruppi, anche a orecchie attente, sono tutto sommato lievi. “Bow Down…” è un’opera in cui rivive il death (-doom) metal olandese di un paio di decenni fa: tutto o quasi rimanda alle perle del genere che questi stessi musicisti hanno creato. Van Drunen, come di consueto, urla come un disperato, Bagchus detta i tempi col suo drumming privo di fronzoli (aiutato da Theo Van Eekelen degli Hail Of Bullets al basso) e, ovviamente, Daniels “regge la baracca” col suo riffing tetragono, dispensando bordate a destra e a manca con innata fermezza. Ottimi brani come “There Shall Be No Acquittance”, “Veredictum Sanguis” e “FEd To The Boars”, discreti o buoni tanti altri, anche se non si fatica a scovare pure un paio di filler. Nel complesso, si potrebbe giungere alla conclusione che se Daniel fosse rientrato sulle scene come membro ufficiale degli Asphyx, oggi avremmo potuto ritrovarci con un mezzo capolavoro, anzichè con due dischi “solo” buoni come appunto “Deathhammer” e questo debut dei Grand Supreme Blood Court. Tuttavia, come si suol dire, con i se e con i ma non si fa la storia; resta impresa facile accontentarsi ascoltando l’operato di queste realtà olandesi e non si può fare a meno di augurare a Daniels il meglio per questo suo nuovo progetto, che sembra già essere partito sotto i migliori auspici. Ora speriamo anche in qualche performance dal vivo, per rendere il suo come-back ancora più completo!