GRAVE DIGGER – Symbol Of Eternity

Pubblicato il 20/08/2022 da
voto
6.5
  • Band: GRAVE DIGGER
  • Durata: 00:49:43
  • Disponibile dal: 26/08/2022
  • Etichetta:
  • ROAR! Rock Of Angels Records

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Non sembra volersi fermare mai la band capitanata da Chris Boltendahl: dopo i numerosissimi cambi di line-up degli ultimi anni, il carismatico cantante tedesco non ha potuto fare altro che abbandonare la strada dei ‘concept horrorifici’ e riprendere quella dei concept medievali… Copiando a mani basse dalla famosa ‘Middle-Ages trilogy’. Ed è così che dopo “Fields Of Blood”, che riprende (per l’ennesima volta!) le battaglie per l’indipendenza della Scozia, troviamo l’ideale seguito di “Knights Of The Cross”, che si intitola “Symbol Of Eternity”. Mossa commerciale? Scarsità di idee e stanchezza? Un po’ tutte e tre le cose, nonostante la line-up del Becchino si sia finalmente stabilizzata e anche Axel Ritt abbia trovato la propria quadra del cerchio, abbandonando i virtuosismi che mal suonavano alle orecchie di certi fan di vecchia data. Dei sodali accompagnatori della band dai tempi d’oro è infatti rimasto solo Jens Becker, mentre alla batteria troviamo Marcus Kniep, fino a due dischi fa calato nel ruolo del becchino alle tastiere e ora dietro le pelli a sostituire Stefan Arnold. Che la mano di Chris si senta pesantemente è innegabile, perché forma-canzone che vince non si cambia: se immaginiamo un ascoltatore appena approdato su questi lidi, che ignora il fatto che i Grave Digger esistano da ormai quarant’anni, ascoltare questo disco, costui potrebbe anche ritrovarsi ad apprezzare quei pezzi che tutto sommato funzionano. La tripletta iniziale non è così tremenda: “Battle Cry” è la classica sfuriata urlata da Boltendahl nel microfono, “Hell Is My Purgatory” ha un ritornello cantabile tutto basato come sempre sui cori, che si ripetono anche in “King Of The Kings”. Il fatto è che dopo la title-track il disco prende il pilota automatico, e anche Chris sembra abbastanza stanco persino dallo studio. Il ‘giovane metallaro ignaro’ potrebbe persino apprezzare canzoni come “Sky Of Swords”, grazie al proprio incalzare molto heavy, ma per chi ha seguito i Grave Digger lungo tutta la strada percorsa “Symbol Of Eternity” prende quella piega che si sentiva in “Clash Of The Gods”: canzoni che cercano in tutti i modi di essere incalzanti e fanno da contorno alla voce di Boltendahl. In particolare, questa debolezza si sente palesemente su pezzi come “Heart Of A Warrior”, che finisce per basarsi completamente su un ritornello simile a molti altri del Becchino, o su “Holy Warfare” che è praticamente identica alla precedente. Paradossalmente a funzionare meglio sono i pezzi lenti come “Grace Of God”, introdotto dalla chitarra acustica magistralmente suonata da Ritt, e “The Last Crusade” che, per quanto ripeta per l’ennesima volta la formula del già sentito ha un ritornello abbastanza originale da non annoiarci del tutto. A chiudere il tutto c’è una cover (l’ennesima!) di “Hellas Hellas” di Vasilis Papakonstantinou, un esercizio di stile divertente che dopo quasi vent’anni dall’uscita della raccolta “Lost Tunes From The Vault” la band ha deciso di registrare con tutti i crismi, persino con il biancocrinito cantante che si cimenta con la lingua greca. Ma noi avremmo sinceramente preferito che i Grave Digger continuassero sulla falsariga di “Return Of The Reaper” piuttosto che, scusateci la battuta, scoperchiare per l’ennesima volta la tomba della trilogia medievale. Avrete letto che questa recensione è piena di una parola: l’ennesima. Per l’ennesima volta Chris Boltendahl ci riprova: adesso ci aspettiamo un nuovo disco, fra due anni, su Re Artù, ma sinceramente speriamo di sbagliarci di grosso e che il teutonico cantante cambi rotta deviando su altre tematiche e altri lidi, perché va bene assecondare l’ondata di nostalgia verso il passato, ma alla lunga anche l’autocitazionismo stufa.

TRACKLIST

  1. The Sige of Akkon
  2. Battle Cry
  3. Hell is my Purgatory
  4. King of the Kings
  5. Symbol of Eternity
  6. Saladin
  7. Night of Jerusalem
  8. Heart of a Warrior
  9. Grace of God
  10. Sky of Swords
  11. Holy Warfare
  12. The Last Crusade
  13. Hellas Hellas
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