voto
9.0
9.0
- Band: GRAVE
- Durata: 00:42:17
- Disponibile dal: 01/08/1991
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Self
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Quando si parla di swedish death metal è impossibile non associare alla nascita del movimento il nome dei Grave. Nati dall’incontro di Ola Lindgren e Jörgen Sandström, due giovani dall’incontrollata passione per il metal, i Grave nascono dalle ceneri dei Corpse, formazione con un solo demo all’attivo che mescolava l’irruenza del thrash tedesco ad elementi di chiara connotazione estrema. Nati e vissuti nella piccola cittadina di Visby, sull’isola di Gotland, Ola e Jörgen hanno vissuto lontano dall’infame combriccola di Stoccolma “Bajsligan” che ha dato vita a formazioni come Entombed, Unleashed, Dismember e Tiamat. Il suono di “Into the Grave” è assolutamente essenziale, crudo e soffocante nel suo devastante incedere. La voce di Jörgen è un assoluto marchio di fabbrica della formazione, con il suo tono ultra-gutturale che fornisce un’ulteriore elemento estremo al suono dei Grave. “Deformed”, “Hating Life” e la titletrack sono perfetti esempi dell’anima minimalista dei Grave, fatta di riff semplici, incentrati su ritmiche minimalistiche, cariche di groove ma assolutamente devastanti nel loro incedere. La produzione del lavoro segue diligentemente i punti cardine stabiliti dagli storici Sunlight Studios: il classico suono motosega viene ulteriormente incupito dalla scelta di rendere il timbro delle chitarre saturo di tonalità basse che dona ai brani un impatto devastante. La presenza delle tastiere nel fuggente break della titletrack contribuisce a rendere più inquietante l’atmosfera del lavoro: lontani dagli inserti melodici dei Dismember, dal groove degli Entombed e dal suono nitido del primo parto degli Unleashed, i Grave rappresentano il figlio più sporco e bastardo nato dalla scena del death svedese. La tracklist, prevalentemente incentrata su uptempo, non manca di regalare qualche break carico dell’atmosfera malsana che permea l’intero lavoro: il resto delle tracce rappresentano una pura carneficina che si snoda attraverso hit come la veloce “For You God” o la granitica “Haunted”, il tutto spezzato da grezzi e fuggenti parti soliste. “Into the Grave” è un classico che non può mancare nella discografia di ogni deathster incallito: la storia del death svedese passa obbligatoriamente anche dai Grave.