8.0
- Band: GRAVE MIASMA
- Durata: 00:33:18
- Disponibile dal: 05/06/2016
- Etichetta:
- Sepulchral Voice
Spotify:
Apple Music:
L’Inferno è fra noi, di nuovo, a tre anni di distanza dalla sua ultima apparizione. A farlo emergere dagli abissi, in una nuvola di esalazioni malsane e greve odore di zolfo, sono ancora una volta i Grave Miasma, che con “Endless Pilgrimage” danno finalmente un seguito allo spaventoso e pluri-acclamato esordio “Odori Sepulcrorum”. Non un full-length vero e proprio, purtroppo, bensì un corposo EP di cinque brani della durata di poco più di mezz’ora, in cui il quartetto londinese riprende il discorso delle sue opere passate alla luce (si fa per dire) di un perfezionato approccio progressivo, rifuggendo le facili catalogazioni e confermandosi ai vertici dello scenario underground death metal europeo. Ma è davvero solo death metal? Difficile a dirsi, visto che mai come in questo caso la proposta dei Nostri sembra collocarsi in un limbo equidistante da varie scuole di musica estrema. Una vasta e desolata landa che, al pari di quella raffigurata nello splendido dipinto di Costin Chiorineau, invita all’abbandono dei sensi e del corpo, tra colate di metallo della morte, rintocchi doom e un afflato black metal marcatissimo, liturgico per ampi tratti, acido e deragliante in altri. Una miscela che trova perfetta sintesi già a partire dall’opener “Yama Transforms to the Afterlife”, la quale – oltre a presentare dei ricami di sitar tanto inaspettati quanto funzionali alla narrazione della tracklist – si dipana in maniera assolutamente fluida e dinamica, ponendo al centro di tutto i riff di chitarra e il loro sapiente intrecciarsi alla base ritmica fornita dalla batteria e dal basso. A conti fatti, non potremmo essere più distanti dall’ottusa cripticità di molte formazioni attuali: l’incedere dei brani è sì occulto e mortifero, ma non per questo si traduce in un muro di suono indistinguibile, lasciando che l’operato degli strumenti (esaltato dalla produzione analogica di Jaime Gomez Arellano) emerga definito e chiaro in ogni passaggio, per un risultato finale in grado di entusiasmare, finanche commuovere, qualsiasi fan di Incantation, Morbid Angel, Mortuary Drape, Sadistic Intent e Varathron. “Endless Pilgrimage” fa suo il motto ‘no filler, all killer’ e con un pugno di cantici infernali, tinto di scarlatto sulle note della conclusiva, monumentale “Full Moon Dawn”, risucchia una volta per tutte il 2016 nelle tenebre.