5.5
- Band: GRAVE T
- Durata: 00:44:33
- Disponibile dal: 20/03/2020
- Etichetta:
- Seahorse
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“Silent Water” è il disco di debutto dei Grave T, giovane band di Torino, la cui dichiarazione di intenti è scrivere un’opera rock a tutto tondo, che includa un elevato numero di sottogeneri, grazie anche alla differente estrazione dei musicisti coinvolti. Altrettanto ambizioso è il concept, basato su argomenti quali la morte e la rinascita dell’umanità, in cui il gruppo rende omaggio alla propria città di provenienza ambientandovi la storia (Grave T sta appunto per Grave Torino). Non si può negare che le influenze musicali che confluiscono nei brani siano estremamente diversificate e di certo lo sforzo di includere più sfumature possibili è apprezzabile; il problema è che, però, spesso ciò avviene in modo approssimativo. Ciò che ne risulta è un senso di confusione e disorientamento che aleggia su buona parte dei pezzi, la cui eccessiva eterogeneità spiazza l’ascoltatore più che essere una carta vincente. La base di partenza – o perlomeno quella che sembra essere il comune denominatore – è un rock moderno alla Alter Bridge, sul quale ogni volta, spesso anche all’interno dello stesso brano, vengono iniettate dosi di hardcore, new metal, voce growl, grunge, blues, che però sembrano inseriti in maniera del tutto forzata se non addirittura casuale. Qualche perplessità anche sul cantato: messo in primo piano nella produzione, non sempre appare centrato e, se nei momenti di timbrica in pulito appare tutto sommato a proprio agio, sembra spesso essere fuori registro quando invece diventa più aggressivo. D’altro canto, ci sono sicuramente anche delle note positive: “Human Impact” è introdotta da un energico attacco hardcore e prosegue con un andamento che ricorda i Creed, rivelandosi nel complesso un brano di buon impatto; il ritornello della titletrack “Silent Water” sembra uscito direttamente dalla penna di uno dei protagonisti della Seattle anni ’90; ma soprattutto la blueseggiante “Maiden”che, con i suoi suoni vintage, un crescendo zeppeliniano e una voce avvolgente, è di gran lunga il pezzo più indovinato del lotto. Lodevole, inoltre, l’intento di adottare una registrazione molto cruda, quasi in presa diretta, che fa trasparire la passione e il calore che i Grave T mettono nella loro musica, anche se purtroppo pone ancora più in evidenza alcuni difetti. La speranza è che ci si concentri su un songwriting più focalizzato e che permetta di smussare tutti gli angoli presenti in questa opera prima; l’impressione è che le potenzialità per fare bene ci siano tutte e che, seppure per il momento espresse solo a timidi sprazzi, possano portare la band a risultati decisamente migliori.