GRAVEN – March Of The Broken

Pubblicato il 05/07/2025 da
voto
7.0
  • Band: GRAVEN (ITA)
  • Durata: 00:33:00
  • Disponibile dal: 10/06/2025

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Si dice che dietro le opere prime ci sia quasi sempre un’esperienza autobiografica: vale per i romanzi e forse vale anche per quegli album che, come romanzi, vengono scritti in solitaria. Tanto più se in solitaria vengono anche suonati, incisi e prodotti.
L’opera prima della one-man band riminese Graven (da non confondere con la più navigata formazione tedesca) sembrerebbe confermare questa convinzione, dal momento che “March Of The Broken” viene presentato come la trasposizione fantastica di un lungo viaggio interiore, un cammino di solitudine e rinascita alla ricerca di una meta esistenziale.
Sulla carta, la forma scelta per raccontare questa storia è quella di un black metal atmosferico molto orientato al riff: in realtà c’è anche molto altro, soprattutto in termini di contaminazioni che vanno dal death svedese all’heavy e che compaiono in momenti diversi dell’ascolto, contribuendo a dotare ciascuna traccia di una personalità definita.
Chiave di volta di tutto l’album è il notevole lavoro di chitarra, attorno al quale ruota tutta la proposta di Graven: come già accennato, in “March Of The Broken” si apprezza una spiccata propensione alla ricerca della melodia e del riff memorabile, scolpito con gusto e percorso da una genuina carica emotiva; ma trova il giusto spazio anche un ponderato virtuosismo, che si manifesta nei numerosi soli ben assestati e sempre funzionali alla canzone. È un aspetto che funziona bene in tutto l’album, ma che brilla in particolar modo in “A Hundred Deaths” e nella title-track.
Oltre all’approccio diretto e coinvolgente, a lusingare l’ascoltatore troviamo anche alcuni omaggi più o meno dichiarati a una band di culto come i Summoning: l’opener “Uncharted Dreams”, ad esempio, racchiude dei passaggi che si direbbero un vero e proprio tributo al leggendario duo austriaco.
Come tante opere prime, però, “March Of The Broken” presenta ancora qualche acerbità: al netto di molte buone idee, di un intuito non indifferente per le soluzioni catchy e di un sincero trasporto emotivo, il progetto sembra ancora alla ricerca di un’identità davvero forte e riconoscibile. Lo fanno pensare da un lato gli arrangiamenti, a tratti un po’ scolastici e non sempre efficaci nel conferire ai brani una tridimensionalità profonda; dall’altro – e forse soprattutto – la produzione, che suona piuttosto ostica ai primi ascolti. A nostro avviso, l’aspetto più critico è il mixaggio ovattato e lo-fi della voce, che contrasta poco organicamente con la chitarra pulita e la batteria programmata.
Un ultimo dettaglio non del tutto convincente, a nostro gusto personale, è l’ampio ricorso a inserti parlati: ad esempio, nella già citata “Uncharted Dreams” le ampie parti recitate fanno rimpiangere una vera e propria linea vocale in grado di dialogare con i buoni riff portanti.
Nonostante questi aspetti perfettibili, quella di Graven è una partenza più che apprezzabile, che dimostra il possesso degli strumenti e dell’attitudine necessari per una crescita interessante. Confidiamo in un secondo capitolo che esprima appieno i tanti aspetti positivi di questa release, arrivata come una gradita folata di vento freddo nell’estate più calda di sempre.

TRACKLIST

  1. Uncharted Dreams
  2. The Light That Failed
  3. A Hundred Deaths
  4. March Of The Broken
  5. Our Wounds, Our Crown
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