7.5
- Band: GRAVEYARD
- Durata: 00:46:26
- Disponibile dal: 20/09/2019
- Etichetta:
- War Anthem Records
- Distributore: Audioglobe
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Era evidente già da qualche tempo che i Graveyard non fossero destinati a essere associati per sempre soltanto al death metal più tradizionale. Dopo alcuni lavori certamente devoti alla causa old school, il primo vero scossone è giunto con “… for Thine is the Darkness”, album che ha mostrato in vari punti delle velleità sperimentali e una componente atmosferica e melodica più ricercata. Con il nuovo “Hold Back the Dawn” gli spagnoli ampliano il discorso, facendo confluire ancora più doom e drammaticità all’interno della propria proposta. Il quarto full-length della formazione di Barcellona è un disco senza dubbio più hi-fi rispetto a quanto offerto in precedenza, ma è pure sempre un’opera legata a doppio filo ad un sound anni Novanta, basata su chitarre abrasive e un impianto ritmico che, anche nei momenti maggiormente riflessivi, non si perde in troppi giri di parole. Le nuove canzoni, tuttavia, presentano più o meno regolarmente intrecci melodici e arie evocative che rimandano ad un immaginario arcano: l’incontro di queste due anime crea una versione dei Graveyard particolarmente enfatica e a suo modo accessibile. La circostanza di avere un background prettamente tradizionale ma di essere con tutta probabilità anche interessati ai recenti sviluppi del panorama underground dona alla musica della band una discreta varietà stilistica, con trame che spesso partono da una matrice piuttosto scarna per poi arricchirsi progressivamente di dettagli e intarsiature, arrivando anche a incorporare tastiere e cori puliti. Proprio questo desiderio di rendere il sound tanto aggressivo quanto elegante – senza ovviamente esagerare con gli orpelli – diventa il collante tra i vari brani e rende “Hold…” il disco più centrato e accattivante della carriera del quintetto. Nelle sue otto tracce traspare una grande voglia di svecchiare la proposta e di toccare nuove corde emotive pur partendo da solide basi in stile Asphyx e simili; un proposito che questa volta riesce a essere trasmesso nel migliore dei modi a chi ascolta e che finisce per portare i Graveyard vicino a territori occupati da realtà sulla bocca di molti come Sulphur Aeon e Burial Invocation. “Hold Back the Dawn” si rivela un lavoro da scoprire strato dopo strato.