7.5
- Band: GREAT MASTER
- Durata: 00:59:12
- Disponibile dal: 21/08/2023
- Etichetta:
- Underground Symphony
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Il lungo cammino artistico percorso negli anni dai veneti Great Master sembra essere giunto ad una tappa importante con questo nuovo “Montecristo”, concept album che ripercorre le vicende di Edmond Dantès nello storico romanzo di Alexandre Dumas “Il Conte Di Montecristo”.
La sensazione infatti è di essere di fronte ad una band finalmente coesa e preparata sotto ogni punto di vista, un affiatamento che si è potuto respirare durante la presentazione ufficiale del disco, alla quale siamo stati invitati e della quale potete leggere qui lo studio report con un dettagliato track-by-track.
Se è vero quindi che la spontaneità degli esordi e di lavori come “Serenissima” rimangono degni di nota e nella memoria di molti appassionati, è altrettanto evidente fin da subito come il disco che andiamo a recensire suoni decisamente più professionale: parliamo di produzione, opera di Simone Mularoni nei suoi Domination Studio di San Marino, ma anche di abilità vocali, con l’ottima prestazione di un ispirato (e sempre più integrato all’interno del gruppo) Stefano Sbrignadello al microfono; questi si è rivelato un elemento importante non solo dal punto di vista vocale, ma è diventato ormai il perfetto braccio destro del mastermind Gianluca Carlini, il cui songwriting viene arricchito con visioni artistiche ed un attenta cura per quanto riguarda i cori.
E poi il massiccio lavoro svolto negli arrangiamenti grazie all’impegno – in particolare – di Giorgio Peccenini, tastierista della band, e la tecnica ed il gusto nel suonare alcuni assoli di chitarra da parte di Manuel Menin: sono tanti i piccoli o grandi tasselli che, uniti assieme, donano un valore aggiunto ai brani presenti nella tracklist.
L’album torna a a solcare le vie possenti del power metal più tradizionale, ora barocco e ora epico e sinfonico: lo dimostra l’energica “The Left Hand Joke”, vera hit in grado di coinvolgere fin dai primi passaggi nello stereo, ma anche il midtempo “Where The Shame Lives”, che si muove giocando alla perfezione su linee vocali ben bilanciate tra cori e la voce limpida e teatrale di Stefano.
L’elegante ballata “Nest Of Stone” ci riporta alle atmosfere ottocentesche grazie a cori raffinati e orchestrazioni barocche, per poi farci tuffare a testa china sui ritmi tumultuosi di “Your Fall Will Come” e “Man From The East”, canzoni che scorrono spedite, spinte dal nuovo ingresso dietro le pelli Denis Novello e dall’ospite Simone Morettin (Elvenking); in particolare quest’ultima si eleva tra i momenti migliori del disco grazie ad un ritornello elegante che cambia ritmo e colpisce con una soave delicatezza.
Infine la carica esplosiva di “On October 5th (Wait And Hope)” ci regala un gran bel finale tra riff di chitarra infuocati e l’ugola elevata del cantante veneto che ci accompagnano fino ad un coro epico e possente che ne delinea i momenti conclusivi.
“Montecristo” riporta i Great Master su binari maggiormente power che a parere di chi scrive sono i più consoni per la band, che abbandona così la parentesi piratesca delle ultime produzioni. Infine, cosa ancora più importante e tutt’altro che scontata, il gruppo veneziano dimostra ancora una volta di possedere un trademark riconoscibile, costruito su cori eleganti e brani possenti e ricchi di pathos.