7.0
- Band: GREAT MASTER
- Durata: 01:00:54
- Disponibile dal: 21/12/2012
- Etichetta:
- Underground Symphony
- Distributore: Audioglobe
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Anno impegnativo per il vocalist italiano Max Bastasi: dopo averlo sentito (e apprezzato) nell’ottimo ritorno degli Helreidh di qualche mese fa, lo troviamo qui saldamente al comando dei veneti Great Master. Gruppo autore già nel 2009 di un buon debutto intitolato “Underworld”, i Great Master non bazzicano i territori progressivi ed eleganti degli Helreidh, ma si stanziano abbastanza chiaramente su di un power melodico di origine europea, con forti influenze sinfoniche di scuola Rhapsody e un occhio strizzato verso il metal più classico degli Anni ’80, di marca Iron Maiden. Una proposta musicale dunque non certo innovativa, all’interno della quale è effettivamente dura riuscire a dire ancora qualcosa di non scontato, ma i cinque bravi veneziani ci provano comunque, caricando il piatto offerto di ottime qualità che riescono a spingere questo “Serenissima” fuori dal pantano di quegli album scritti da varie band tricolore che più o meno seguono le orme di Skylark, Rhapsody e Thy Majestie, senza risultati esaltanti. Invece, i Great Master si distinguono subito per una professionalità e una cura decisamente alte: il lussuoso digipack è arricchito da una bella grafica, completo di un esauriente libretto che correda le liriche di ciascuna song con frasi e citazioni estrapolate da scrittori e artisti; la produzione è altresì potente e curata, in modo da esaltare le caratteristiche vincenti di melodia e velocità della band. Inoltre, seguendo un po’ le orme dei Thy Majestie del brillantissimo “Shi Huang Di”, la band firma un concept storico che si sofferma su un preciso periodo storico di una precisa area geografica: nel nostro caso particolare, la più storica ed importante delle Repubbliche Marinare, la città di Venezia. Le caratteristiche per un buon disco di power sinfonico ed eroico ci sono quindi tutte: la produzione, la bravura dei singoli (Jan Carlini e Vanin alle chitarre fanno faville in molti pezzi) ed infine un concept basato su di una città dalla grande storia. “Serenissima” non delude dunque le attese e sazia la nostra sete di metallo potente, veloce ed epico. Pur senza raggiungere i risultati dell’ultimo Thy Majestie, i Nostri si stanziano su un buon voto, sul filo della zona hot, esattamente come fecero i Fogalord qualche mese fa con “A Legend To Believe In”, pronti, lo speriamo, per un definitivo salto di qualità con il terzo, futuro, album. Rimangono assolutamente da citare in “Serenissima” alcuni dei momenti migliori come “Queen Of The Sea”, “Doge” e soprattutto la ottima “Enemies At The Gate”, nove minuti di cavalcata epica e sinfonica davvero devastante e coinvolgente. Non saranno magari per ora originalissimi o innovativi, ma dopo aver sentito il brano in questione risulta indubbio che quando pestano sull’acceleratore e ‘strizzano’ Bastasi sulle note più acute i Great Master hanno davvero pochi rivali…