7.5
- Band: GREAT MASTER
- Durata: 00:55:45
- Disponibile dal: 14/11/2019
- Etichetta:
- Underground Symphony
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
I veneti Great Master possono quasi essere definiti dei veterani del classic metal. Giunti ormai al quarto disco in studio con questo nuovo “Skull And Bones”, la band si è confermata, disco dopo disco, come un buon punto di riferimento all’interno della scena power/heavy metal. Tutto questo grazie alla pubblicazione di alcuni lavori molto interessanti; su tutti il bellissimo “Serenissima”, dedicato alla grande Repubblica di Venezia – targato 2012 – ma senza dimenticare il successivo “Lion & Queen”, che vide la luce ben tre anni più tardi. Jahn Carlini e la sua band stavolta si lasciano ispirare da temi pirateschi raccontando storie che hanno a che vedere con personaggi storici o immaginari come Calico Jack, Barbanera, Flint e Long John Silver, attraverso scontri navali e viaggi avventurosi solcando vasti mari e oceani. Il risultato è un lavoro ancora più epico ed evocativo rispetto al passato, grazie alla presenza di cori maestosi, arrangiamenti imponenti e qualche inserto folkeggiante, il tutto ben accompagnato dalla prestazione teatrale di Stefano Sbrignadello, nuovo innesto al microfono che speriamo possa finalmente dare stabilità alla band nel ruolo di frontman dopo i continui cambi di line-up del passato.
“Shine On” ha il compito di aprire le danze e lo fa con qualche nota folk iniziale, salvo poi tornare a calcare i classici stilemi del sound targato Great Master fino ad un refrain di facile presa che rimane in testa già dai primi ascolti. Con la successiva “Urca De Lima” si passa ad un midtempo più classico con un ritornello coinvolgente dove sono ancora dei cori a colpire, mentre Jahn Carlini si destreggia alle sei corde con un assolo prolungato e ben riuscito. Ma sono i pezzi più spediti e powerozzi a colpire nel segno, accompagnando il disco verso livelli davvero eccelsi: prima con “War” e successivamente con “Long John Silver”, due inni metallici davvero esaltanti e coinvolgenti. Il midtempo “A Hanged Man” è da considerarsi tra le hit del disco grazie ad un incedere epico dal forte impatto emotivo a cui è davvero difficile resistere, mentre nel finale tornano a farsi sentire prepotenti le influenze folk, sia in qualche passaggio della tirata “Skeleton Island” ma soprattutto nella title track, che chiude il disco con atmosfere festaiole e da taverna.
Si respira aria di avventura e di epicità durante l’ascolto di “ Skull And Bones”, disco solido e ben confezionato, che conferma la bontà di una band come i Great Master.