6.0
- Band: GREAT MASTER
- Durata: 00:48:45
- Disponibile dal: //2009
- Etichetta:
- Underground Symphony
Curiosa la storia dei Great Master, band veneta dedita al power di stampo epico da ben tre lustri ma che debutta ufficialmente nel mercato che conta solamente adesso; formatisi nel 1994, dopo un apprezzato demo d’esordio la band è stata caratterizzata da sciogliementi e ricostruzioni della line up, che hanno portato ad un secondo demoaltrettanto apprezzato. Ora, risolti i problemi interni alla band e trovata la necessaria stabilità, eccoli approdare al grande pubblico con questo “Underworld”, album prodotto dalla prestigiosa Underground Symphony. Il risultato è un lavoro di maniera, senza infamia e senza lode, abbastanza stereotipato e purtroppo segnato sin dall’inizio da una produzione abbastanza approssimativa. Il combo veneto non cade nella tentazione di sposare la causa sinfonica ma si avvicina maggiormente alle sonorità di band come Gamma Ray e Rage, con quel pizzico di epicità in più che nel contesto di certo non sfigura. Se poi ci aggiungiamo un songwriting che mostra una certa ispirazione, non possiamo che giudicare positivamente il lavoro, pur mantenendo alcune riserve; infatti accanto a song decisamente ispirate come “Eagles Of 20th” e “King Of The Night”, il cui sound ricorda il power tedesco vecchio stampo, troviamo episodi meno positivi come “Land Of No Return”, “Ghost Ship” e “Millennium”, quest’ultimo un pezzo strumentale di cui avremmo fatto volentieri a meno. Per il resto la release è una manciata di brani sufficienti, senza particolari picchi qualitativi, che certificano un lavoro di maniera e nulla di più. Si chiude con “Epilogue”, discreto rifacimento in chiave semi-ballad dell’arcinota e alquanto inflazionata “Canon in D Major” di Johann Pachelbel. Che dire, un lavoro sincero, onesto, che racchiude la passione e la dedizione di questa band per la musica estrema, non particolarmente brillante ma nemmeno da bocciare; magari ora, sfruttando le capacità della nuova etichetta, avranno modo di migliorarsi e perfezionarsi. Li attendiamo al prossimo lavoro.