7.0
- Band: GREEN DAY
- Durata: 00:26:03
- Disponibile dal: 07/02/2020
- Etichetta:
- Reprise Records
- Distributore: Warner Bros
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In oltre venticinque anni di carriera mainstream, i Green Day hanno scritto album memorabili (“Dookie”, “American Idiot” e, in misura minore, “Nimrod”) alternati ad altri quanto meno controversi (il tiratissimo “Insomniac”, lo sbrodolato trittico “Uno/Dos/Tres” e, per certi versi, “Warning”). Quest’ultimo “Father of All Motherfuckers”, seguito a quattro anni di distanza del discreto ma tutto sommato innocuo “Revolution Radio”, appartiene senza dubbio alla seconda categoria, mettendosi in mostra fin dalla copertina (che riprende in chiave ironica quella di “American Idiot”) e segnando il record negativo di durata, con i suoi ventisei minuti. A livello musicale, è evidente la virata verso un garage rock ’n’roll dal retrogusto vintage, vicino per intenzioni più al side-project Foxboro Hot Tubs che ai sopra citati capolavori: ecco quindi che in pezzi come la tile-track, “Fire, Ready, Aim” e “Meet Me on the Roof” i canonici tre accordi vengono affogati in un tripudio di handclapping e falsetti, chiamando in causa classici moderni (Joan Jett, citata in “Oh Yeah”) e contemporanei (i compagni di tour Weezer, “I Was a Teenage Teenager”). Il viaggio a ritroso arriva fino agli anni ’60 con il beat a là “Hippy Hippy Shake” di “Stab You in the Heart”, mentre i brani meno interessanti, ma comunque divertenti, sono quelli in cui Billie Joe, Mike Dirnt e Tré Cool chiamano in causa se stessi, come in “Sugar Youth” o “Graffitia”. Banditi i proclami politici di “21st Century Breakdown” e la prolissità della già citata trilogia, i Green Day 2020 festeggiano il trentesimo anniversario sotto il segno del divertimento, proprio e dei propri fan, visto il casino che i nuovi pezzi garantiscono in sede live. L’opera divertente di un formidabile genio o una cagata pazzesca? Questione di punti di vista (più la prima della seconda, per chi scrive), ma quel che è certo è come il power trio californiano, a differenza di molti coetanei, sia riuscito ancora una volta a re-inventarsi, pescando con l’album numerotredici l’ennesimo unicorno dal cilindro.