GREY SKIES FALLEN – Molded By Broken Hands

Pubblicato il 05/03/2024 da
voto
7.5
  • Band: GREY SKIES FALLEN
  • Durata: 00:47:30
  • Disponibile dal: 08/03/2024
  • Etichetta:
  • Profound Lore

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La pubblicazione del settimo album dei Grey Skies Fallen, “Molded By Broken Hands”, è programmata esattamente in coincidenza con il venticinquennale dell’uscita del debutto, “The Fate Of Angels” del 1999: se è questo il momento ideale per fare bilanci, possiamo parlare di una carriera piuttosto lunga e senza successi clamorosi, con alcuni passaggi complicati e parecchi cambi di formazione, soprattutto nella fase iniziale ma, dopo tutto questo tempo, la band di New York è ancora qui a diffondere la propria musica con caparbietà e coerenza e, anzi, con questo nuovo disco festeggia il passaggio ad un’etichetta di peso come Profound Lore Records e registra un nuovo disco sotto la guida di un mostro sacro quale Dan Swanö; segno evidente che le sonorità proposte dagli americani, pur saldamente radicate negli anni ’90, non passeranno mai di moda.
Sempre guidati dal leader Rick Habeeb e rafforzati dall’ennesimo ritorno dell’altro chitarrista Joe D’angelo, membro fondatore arrivato fin qui dopo una serie lunghissima di uscite e rientri, i Grey Skies Fallen proseguono per la loro strada, apportando solo qualche minima modifica ad una formula consolidata e, pur prendendo spunto dai ‘soliti noti’ (i cosiddetti ‘Peaceville 3’ ma anche dai Candlemass), riescono a fortificare un’identità riconoscibile, con un death/doom metal molto melodico dalle tonalità plumbee che vede come epicentro l’emotività.
Habeeb si cimenta in un growling aggressivo, non molto profondo ma efficace e, soprattutto, dimostra di avere ottime capacità anche con le voci pulite, esibendo una discreta gamma di sfumature, arrivando a sfoggiare in più di un’occasione un timbro vocale tra l’epic doom e lo stoner. Come sempre, è apprezzabile l’alternanza tra le sfuriate death e i momenti più suadenti e, se questa non è certo una novità nel genere, bisogna ammettere che gli statunitensi svolgono il loro lavoro con maestria, riuscendo ad integrare con fluidità atmosfere differenti; frequenti sono anche le digressioni verso il doom tradizionale, con i tipici rallentamenti e strutture mai banali. Notevole anche il lavoro delle sei corde che, oltre ad una cascata di riff sofferenti, si producono in una serie di arpeggi.
Cercando riferimenti meno scontati, nei brani più impetuosi come “I Can Hear Your Voice” si sente molto degli October Tide, mentre, quando il ritmo cala, fa capolino la cupa rassegnazione dei 40 Watt Sun, soprattutto per un cantato non molto dissimile da quello di Patrick Walker, ed un esempio potrebbe essere “No Place For Sorrow”. “A Twisted Place In Time” ha un mood orchestrale soffocato da chitarre distorte e raggiunge apici di malinconia pareggiati dalla conclusiva “Knowing That You’re There”, l’episodio più accessibile.
Come già accennato, “Molded By Broken Hands” non cambia di molto le carte in tavola rispetto a quanto precedentemente pubblicato dai Grey Skies Fallen che, però, con un lavoro di cesello preciso e meticoloso, sono riusciti a spazzar via quelle piccole perplessità che “Cold Dead Lands” aveva lasciato; sette pezzi senza nessun passo falso, densi, pieni di inquietudine e di tensione, per quello che è il loro miglior album da molti anni a questa parte.

TRACKLIST

  1. A Twisted Place In Time
  2. Molded By Broken Hands
  3. No Place For Sorrow
  4. I Can Hear Your Voice
  5. Cracks In Time
  6. Save Us
  7. Knowing That You're There
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