8.0
- Band: GRIDIRON
- Durata: 00:22:14
- Disponibile dal: 22/03/2022
- Etichetta:
- Triple B Records
Spotify:
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Come spesso accade i progetti nati per puro divertimento possono raggiungere risultati insperati: in questo modo componenti di realtà ben consolidate nel mondo hardcore come Never Ending Game, Year Of The Knife e Payback, dislocati tra Michigan e Pennsylvania, si sono uniti nel progetto Gridiron. L’EP di debutto “Loyalty At All Costs” è arrivato in fretta nel 2020, seguito l’anno successivo da uno split con gli hardcorer Despize da Glasgow. Senza fermarsi è tempo oggi del debutto discografico su Triple B, che ci presenta una band bella a fuoco in queste nove tracce per ventidue minuti di durata complessiva. Il Gridiron è letteralmente il campo da gioco del football americano, da qui il vestiario che i corpulenti membri del gruppo indossano sul palco e i riferimenti nell’immaginario della band, che stilisticamente propone un’interessante avvicinamento di heavy hardcore/beatdown con un rap-metal vecchia scuola, vicino al periodo pre nu metal – quello di Body Count, Downset, Biohazard e i primissimi Hed P.E. per intenderci. Un bel modo di rinfrescare il sound bastardo fatto di groove sovrappeso, breakdown violenti e chitarre ribassate. L’opener e titletrack “No Good At Goodbyes” stupisce già dalla veloce entrata della voce, che trova un ritornello molto dinamico e ricorda la fluidità degli E-Town Concrete: il bello è quanto il flow riesca ad incastrarsi facilmente sul tappeto musicale, solitamente abbastanza scarno e ripetitivo se non addirittura composto dai loop della moderna scena trap metal. “Trench” ha una batteria scoppiettante, fa ottimo sfogo di gang vocals e porta pure un assolo. “Brothers In Arms” ha il riff più ruffiano della collezione. “Triple Threat” e “Battle Hardened” rappresentano la parte più dura della raccolta, mentre “Hate Sells” tende maggiormente all’hardcore istituzionale. Tra i momenti memorabili citiamo la brutale “Helta Skelta”, dove a certificare la streed credibility del gruppo arriva il gigante Brody King (wrestler AEW e frontman dei God’s Hate) e soprattutto “25-8”, in cui i Gridiron sbragano completamente e infilano sezioni strettamente hip-hop in un brano anthemico che monta in fretta fino all’implosione/breakdown. Durante l’ascolto ci sono anche alcune reminiscenze rap-rock che possono ricordare i P.O.D., ma come anticipato lo spettro del nu-metal e di qualsiasi faciloneria da airplay radiofonico viene costantemente spintonata a distanza: “No Good At Goodbyes” è minaccioso e violento dall’inizio alla fine, fieramente underground e DIY, crudo e pronto per essere riproposto integralmente sopra le assi di un palco. Una bella sorpresa per gli amanti del crossover tra rap e musica heavy, che se parliamo di band nel vero senso della parola non vedeva novità di rilievo da anni.