8.0
- Band: GRIDIRON
- Durata: 00:33:03
- Disponibile dal: 30/05/2025
- Etichetta:
- Blue Grape Music
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La Blue Grape di David Rath e Cees Wessels, ex discografici dei tempi d’oro di Roadrunner Records, espande il proprio roster con accuratezza firmando band validissime ed ultra contemporanee: dopo Code Orange e Gel (a coprire il segmento hardcore), Heavy//Hitter (deathcore) e Silly Goose (nu metal) è li turno dei fenomeni dell’hardcore rap Gridiron, che ci hanno letteralmente fatto cadere dalla sedia con l’ottimo “No Good At Goodbyes” e spettinato dal vivo durante il “Triple B European Takeover” dell’estate scorsa.
Una band che affonda le proprie radici negli anni ’90, letteralmente un sogno bagnato per chi non si è mai staccato dalla colonna sonora di “Judgement Night”, i Gridiron massimizzano il crossover dei pionieri portandolo a un nuovo livello di swag e consapevolezza.
Rispetto al disco precedente, la band ha praticamente eliminato, per quanto riguarda la voce, ogni partitura hardcore salvo i cori, lasciando a Matt Karll la possibilità di esibire tutta la sua abilità al microfono con un flow, una convinzione e una delivery che, realisticamente, fa letteralmente scomparire alcuni tra i pionieri più amati ma al contempo oggettivamente limitati nel rappare – ci viene in mente Zak Tell dei Clawfinger, per fare un esempio. In questo senso, la traccia collaborativa “Still Playin’ For Keeps”, con ospiti gli mc Daniel Son, Jay Royale e Pro Dillinger, è di sicuro il brano più datato con quella base dritta e minimale e quel giro di chitarra ripetuto quasi fosse un campionamento.
La ricchezza di “Poetry From Pain”, così come quella del predecessore, arriva invece dalla bontà delle strumentali hardcore/beatdown che si intrecciano con gran gusto al rapping del frontman, senza assolutamente limitarsi al groove come fa la concorrenza: così “26/9” riprende “25/8” e sfodera una rifferia velocissima e incalzante, “Army Of None” costruisce melodie importanti e imponenti, “Paydirt” sfoggia un riff che sa di Slayer e zolfo. Anche parlando di bounce, di classiche parti two-step, segmenti mosh o citazioni NYHC, “Poetry From Pain” contiene solo ed esclusivamente qualità, con tocchi di classe esilaranti come la virata ‘neanderthal’ di “Roses” all’entrata di Mike Ryan dei Missing Link, il breakdown di “Copycat League” o gli insulti creativi nel testo di “Mascot”.
Chiaramente i Gridiron non sono un gruppo per tutti, ma trovano la loro nicchia dominandola, e sono da salvaguardare e valorizzare al massimo proprio per questo: chi ama l’hip hop e apprezza quell’adrenalinico senso di pericolo che si prova nel pit di un concerto hardcore non potrà che venerare questa combinazione di rap e hardcore XXXL, da ascoltare rigorosamente in macchina col finestrino abbassato.