6.0
- Band: GRIND ZERO
- Durata: 00:38:52
- Disponibile dal: 14/07/2014
- Etichetta:
- Mighty Music
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I milanesi Grind Zero, dopo essersi fatti notare prima con un demo promettente e poi avendo suonato in apertura per band come Entombed e Possessed, giungono in questa estate 2014 al debutto discografico. “Mass Distraction” è stato registrato agli Alpha Omega Studio di Como sotto la supervisione di Alessandro Azzali e Alex Colombo e dobbiamo dire che sotto questo aspetto è stato fatto un lavoro più che discreto: il disco infatti, sin dai primi ascolti, gode di un forte impatto dovuto ad una produzione più che azzeccata: potente ma non bombastica, non eccessivamente pulita ma nemmeno la classica accozzaglia di ferri vecchi che cadono giù per le scale. Stilisticamente la proposta del quintetto meneghino è una possente mistura tra un death metal old-school, una bella quantità di groove e qualche sgroppata in salsa thrash metal che di certo male non sta. Si sentono quindi spettri di Master, echi alla Obituary e Cannibal Corpse e qualche accenno alla Exhumed, con tempi che difficilmente raggiungono velocità astruse, dove viene preferito un massiccio utilizzo di ritmiche martellanti o di mid tempo cavalcanti, piuttosto che cambi di tempo improvvisi o sfuriate di blast beat, che comunque non mancano nel corso della tracklist ma senza farla da padrone come molto spesso accade in questo genere. Nel complesso, per essere un debut album, dobbiamo dire che “Mass Distraction” non è un brutto disco, anzi, è piacevole da ascoltare ed è suonato in maniera pulita e professionale. Riteniamo tuttavia che l’approccio dei brani sia ancora molto più adatto ad una dimensione live piuttosto che a uno studio. Figlio di questo aspetto è un songwriting che non brilla per varietà, ripetendo grosso modo sempre le stesse soluzioni per tutta la durata del platter, e che nemmeno spicca per momenti di esaltazione trascinante o per passaggi particolarmente inaspettati. Insomma è tutto abbastanza ordinario e forse anche un po’ prevedibile per chi questo genere lo mastica da un po’ di anni. Intendiamoci, non c’è nulla di grossolanamente fuori posto , ma nemmeno rileviamo particolari elementi (tipo la personalità) che ci facciano propendere per una valutazione complessiva sì sufficiente, ma nulla di più. Un ascolto comunque consigliato ai cultori dell’underground nostrano ed ai completisti della scena death metal in generale.