7.0
- Band: GRIP INC.
- Durata: 00:37:45
- Disponibile dal: 01/01/1997
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Passano i canonici due anni dallo scoppiettante debutto, ed ecco i Grip Inc. ripresentarsi al pubblico con il secondo disco, intitolato “Nemesis”. Il combo yankee-anglo-teutonico non muta assolutamente il suo atteggiamento di base, rimanendo fedele alla linea groove-thrash adottata, però il lavoro presenta non poche novità, soprattutto per quanto riguarda l’arrangiamento dei brani e la cura dei dettagli. Le canzoni, quasi tutte composte da Waldemar Sorychta, con pochi, sporadici aiuti da parte di Lombardo e Viebrooks, sono più varie di quelle presenti nell’opera prima e mettono in mostra la vena sperimentale da sempre albergante nell’anima del chitarrista tedesco, il quale, oltre a ricamare di fino le composizioni con trovate particolarmente spiazzanti (e non sempre dall’esito positivo), riesuma dalla soffitta le tastiere e le mette a disposizione di un buon numero di brani. Gus Chambers è nettamente migliorato, sia in fase d’interpretazione, sia nella pura esecuzione delle linee vocali, forse meno aggressive che in passato ma sicuramente ben incisive e ricercate, mentre il drummer americano è, manco a dirlo, il solito rullo compressore. “Pathetic Liar” apre le danze, song d’impatto che ben predispone all’ascolto del resto del platter, che prosegue con la concisa, ma massacrante, “Portrait Of Henry”, un minuto e mezzo di scariche telluriche, perfetto riassunto di ciò che i Grip Inc. riescono a fare con il loro talento, il tutto incorniciato dall’adeguato testo, ritraente la figura di tale Henry, nome comunissimo dietro cui si cela un mostro di violenza (“monster within/turns inside out/only to face itself”). “Empress (Of Rancor)” sembra quasi uno scarto di “Power Of Inner Strength” e non dice più di tanto, così come la semi-tribale “Descending Darkness”, in possesso di un altro buon testo e dall’appeal originale, ma che non esalta come potrebbe. Si ritorna a massacrare l’ascoltatore con la seconda mazzata dell’album, “War Between One”, veloce e sfrenata, che dimostra quanto i Grip Inc. ci sappiano fare se decidono di accelerare l’andatura. “Scream At The Sky” lascia un po’ l’amaro in bocca, in quanto alla lunga annoia abbastanza, sebbene il suo incedere da marcetta d’assalto sia ideale per l’ambientazione da Area 51 che le lyrics suggeriscono e le grida di Chambers sembrino davvero rivolte al cielo, affinché navicelle aliene diano prova della loro esistenza. “Nemesis” rialza la testa con “Silent Stranger” e si risolleva definitivamente con le ottime “The Summoning” e “Rusty Nail”, non sparatissime ma ricche di riff più che apprezzabili. La penultima “Myth Or Man” si attesta su discreti livelli, ribadendo inoltre la presenza di un’atmosfera quasi mistica che aleggia su tutto il lavoro e che si ricollega all’ottimo artwork realizzato, a dir poco criptico e misterioso. Un’altra canzone sottotono, “Code Of Silence”, viene utilizzata come chiosa e gli stessi problemi di “Scream At The Sky” si ripresentano in quest’occasione, essendo la track in questione troppo lunga e piuttosto “barbosa”. Dunque, la seconda prova in studio dei Grip Inc. è probabilmente quella meno avvincente, considerando il fatto che le composizioni più atipiche sono proprio quelle che fanno storcere il naso e che non riescono ad avere riscontri totalmente positivi, al contrario dei pezzi più diretti e “familiari” che il gruppo sa scrivere in modo egregio. Un mezzo passo indietro, quindi, che però non fermerà di certo la corsa della nostra Grip-machine.