8.0
- Band: GRIP INC.
- Durata: 00:46:44
- Disponibile dal: 01/01/1999
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Si materializza in un’elegante edizione limitata in digipack la terza fatica discografica dei Grip Inc., l’ultima prima di un lungo (decisamente troppo!) periodo di silenzio. “Solidify”, come il suo titolo permette di evincere, è un album ben compatto e massiccio, seppur non rinnegante affatto le varianti sonore del suo predecessore, essendo ancora Sorychta il compositore principale delle song ed egli lasciando il proprio indelebile sigillo d’originalità pressato a fuoco sui brani. Lombardo si “limita”, in questa sede, ad arrangiare ed eseguire le sue parti, proprio in un momento in cui la sua popolarità raggiunge altissimi livelli e lo si comincia a considerare una sorta di “Dio dei tamburi”; Gus Chambers si occupa, come al solito, delle lyrics, e stavolta lo fa in maniera più raffinata e ricercata, scrivendo testi meno diretti e più difficili da interpretare, sempre carichi comunque di critica sociale, malessere e storie estreme; ed ottimo, infine, si rivela l’acquisto di Stuart Carruthers, tecnicamente pari, se non leggermente superiore, all’ex Jason Viebrooks, ma che si toglie lo sfizio di mettere del suo nel songwriting di “Solidify”, firmando interamente la notevole “Vindicate”. Un’attenzione maggiore a suoni moderni e contaminati sembra essere presente sul disco, sia a livello di produzione, sia se si va ad analizzare la qualità dei riff composti e delle soluzioni proposte: la song d’apertura, “Isolation”, fa alzare immediatamente la guardia all’ascoltatore, alternando strofe tribali a momenti più nervosi e tecnici che ricordano vagamente (ma molto vagamente…) i Meshuggah, prima di lasciare spazio alla devastante “Amped” ed al suo riff iniziale propinatoci a mo’ di martello pneumatico, una song che mostra il singer inglese incacchiato come non mai e che Sorychta cesella di fino con un assolo sibillino e penetrante: bellissima! Si riparte di botto con il groove pieno e corposo di “Lockdown”, brano che unisce alla perfezione accenni melodici, pesanti schitarrate e ritmiche squassanti. La prima mezza sorpresa la si trova al cospetto della quarta traccia, “Griefless”, postera testimonianza di come le intuizioni di Waldemar, presenti in “Nemesis”, fossero assolutamente buone, ma non altrettanto ispirate…combinazione che non si ripete per questa canzone, impreziosita da una parte centrale simile a jam-session e che mette in secondo piano la forse eccessiva prolissità. “Foresight”, trattante l’ancora attualissimo problema della criminalità on line, e la già citata “Vindicate” si somigliano parecchio e riconducono ai primi pezzi, confermando la tendenza di questo disco ad avere brani con strofe acustico-percussive che anticipano le esplosioni di thrash cadenzato. “Human?”, posizionata a centro-disco, è la prima ballata composta dai Grip Inc. e le immagini che essa plasma sono quelle di un uomo solo, a confronto con se stesso, in ambienti cupi, piovosi e urbani, un denso velo d’inquietudine che si stende nero sull’umore di chi ascolta. E si rimane in ambiti cittadini anche con la successiva palata sui denti, rispondente al nome di “Stresscase”: provate ad ascoltarla impegnati alla guida…ditemi che effetto fa sentire Gus urlare come un pazzo “craaaasshhh!!!” a pieni polmoni; non fischiano un po’ le orecchie? “Solidify” si avvia verso la conclusione, inanellando un paio di canzoni poco memorabili, quali “Challenge” e “Verräter (Betrayer)”, che comunque fanno calare l’attenzione solo di poco; anche perché, terminata la seconda di cui sopra, ecco iniziare il capolavoro strumentale “Bug Juice”, prova di bravura dettata principalmente dai virtuosismi di Lombardo dietro le pelli e caratterizzata dall’ottimo lavoro chitarristico di Sorychta, qui in versione “spagnoleggiante”: una mirabolante chiusura d’album che lascia soddisfatti e sorridenti gl’inermi fruitori. Gran bel disco, quindi, questo terzo capitolo della discografia Grip Inc., un lavoro che trascende i generi metal per creare qualcosa di unico e facilmente riconoscibile, un trade-mark che, con l’andare del tempo, ha permesso alla band di ritagliarsi uno spazio solitario all’interno della scena metallica. Tutto questo poco prima del periodo di silenzio sopra ricordato, e molto prima del lavoro successivo, il quale si farà aspettare ben cinque anni…