7.0
- Band: GUNJACK
- Durata: 00:26:00
- Disponibile dal: 02/05/2018
- Etichetta:
- Sliptrick Records
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La copertina di “Totally Insane”, disco di esordio degli italiani Gunjack, spiazza da ogni punto di vista. Il tema post-atomico alla Mad Max rappresentato dall’immagine infatti farebbe pensare ad una band di heavy metal classico o thrash se volessimo spingerci agli estremi del metallo. Invece per definire la proposta di questo potente terzetto è sufficiente una semplice proporzione: gli Airbourne stanno agli Ac/Dc come i Gunjack stanno ai Motorhead. Bastano le prime cannonate di batteria della traccia di apertura “4B4Y” per trovare lo stile tipico di Mikkey Dee, accompagnato dall’ugola cartavetrata di Mr. Messerschmitt emulo totale del compianto Lemmy Kilmister. La titletrack spinge con ancora più forza sull’acceleratore, in poco più di tre minuti di durata la band offre una scarica di fottuto rock’n’roll sulla falsariga della mitica formazione inglese. Su “Totally Insane” non sono presenti ballate o pezzi che calano di intensità, i Gunjack percorrono il loro cammino agguerriti ed incazzati dalla prima all’ultima nota alternando fucilate velocissime a brani più pesanti e rocciosi. Il confine tra tributo e plagio non è poi così spessa, perché durante l’intero ascolto l’ombra dei Motorhead non abbandona nemmeno un minuto il combo italiano, ma va dato atto a questi talentuosi musicisti di sapere il fatto proprio. Il batterista M47 picchia come un forsennato, Gamma Morser alla sei corde sciorina riff di pura matrice rock’n’roll sanguigno, sporco ed energico, mentre il già citato Mr. Messerschmitt dirige la truppa in modo ineccepibile. Replicare e tributare i leggendari Motorhead non è affatto cosa da poco, eppure i Gunjack sembrano aver assimilato la lezione di Lemmy e compagni fino a fonderla nel loro DNA. La produzione punta tutto ovviamente sull’impatto, pulizia e perfezione vengono lasciate in disparte, questa da sempre è la filosofia del rock più spontaneo e qui di rabbia ferale se ne trova a pacchi. Originalità zero, ma francamente non ci interessa, quello che conta è poter ascoltare un disco onesto, pieno di attitudine, ben scritto e suonato col cuore. I fuochi d’artificio piacciono, fanno ribollire il sangue, cosa che si può dire per questo esordio che speriamo porterà ad un sacco di date live e ad altra grande musica nel futuro. Come diceva il grande Lemmy ‘born to lose live to win’.