6.5
- Band: GWAR
- Durata: 00:45:57
- Disponibile dal: 20/10/2017
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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La cosa che ci domandiamo sempre, relativamente a un gruppo come gli Gwar, è come sarebbe andata la loro avventura come band senza i lazzi satirici, i trucchi e le trovate porno-carnevalesche che li hanno resi famosi molto più delle escursioni sonore. Come sarebbero stati accolti i loro dischi, così come le loro folli e onestamente indimenticabili apparizioni live (magari di fronte a pubblici non propri come nei festival), se non avessero fondato la loro proposta in un guazzabuglio clownesco di violenza, sangue e depravazione, che ha saputo far parlare di sé molte volte più dei loro effettivi sforzi musicali – che siano poi mai piaciuti o meno, tutti sappiamo chi sono gli Gwar e non tutti li abbiamo ascoltati. Ma coi se e coi ma, diceva qualcuno… La band è, lo sapete, di fatto un gruppo di performer che usa la musica come strumento e non tanto come espressione primaria, e così dobbiamo probabilmente prendere la cosa. Certo, questo non ci aiuta quando dobbiamo ascoltare la band sul solo supporto disco, giacché venendo a mancare la caratterizzazione che meglio riesce a questi signori della Virginia, i nodi vengono inevitabilmente al pettine. E torna la domanda in apertura, visto che, tutto sommato, questo nuovo “The Blood Of Gods” non è poi niente male. Primo disco dopo la morte di Oderus Urungus avvenuta nel 2014, questo platter ci mostra una band che spazia con una naturalezza anche disarmante tra genere e genere, dalle aperture epiche dell’opener “War On GWAR” alla grezza rockettara “I’ll Be Your Monster” (dai che la capite a chi fa il verso questa) o i il thrash crossover di “Auroch” )o “Crushed By The Cross”), che se ascoltato senza pregiudizi non avrebbe davvero nulla di invidiare a chi questo genere lo fa di professione, e più o meno tutto il disco si mantiene su un livello assolutamente accettabile. La band pesta e suona più ispirata di tanti seriosi colleghi e, in definitiva, “The Blood Of Gods” si rivela un lavoro più che dignitoso da ascoltare nel suo complesso, benché si giochi a re-inventare l’acqua calda e nulla più. Non malaccio, onestamente.