7.0
- Band: HADIT
- Durata: 00:37:02
- Disponibile dal: 07/05/2021
- Etichetta:
- Caligari Records
- Sentient Ruin
- Terror From Hell Records
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La rumorosa luce mistica, accesa dai nostrani Hadit, ha interrotto un buio durato sei anni. Ora, nella totale oscurità, risplende la fiamma oscillante del death, al di sotto della quale si stratificano dissonanze viscerali come fossero la cera di una candela che si consuma lentamente. “With Joy and Ardour Through the Incommensurable Path”, è il titolo di un’opera dall’anima densa in grado di liquefarsi e mutare la propria forma per poi tornare al suo stato solido. L’atteso album di debutto del duo lombardo, avvolto da un’aura spirituale, arde di esoterismo e magia, un fuoco alimentato da turbinosi ritmi assillanti. I suoni pesanti si trascinano come macigni sulla sabbia di un pianeta apparentemente deserto, lasciando solchi profondi nei quali scorre l’elettricità fluttuante delle chitarre che confluisce in una cavità di death opprimente. Le sonorità, infatti, ribollono di angoscia mentre un senso di soffocamento, dovuto ad una ponderata variazione ritmica, si allarga a macchia d’olio sulla superficie frastagliata del disco. Il lavoro dietro le pelli è notevole, capace di formare un manto di bitume ardente sul quale si incolla, alla perfezione, il growl viscerale che trascina dietro di sé tutta l’inquietudine del nuovo astro in orbita Hadit. Per intenderci, il buco nero dei Nostri, ha attratto la solidità degli Incantation, il fervore dei Dead Congregation ed il marciume tombale dei Grave Miasma. Questa fusione sonora non include certo l’altissimo livello tecnico delle band sopracitate ma, piuttosto, è il preludio dell’ispirazione pulsante che ha originato “With Joy and Ardour…”. L’ascolto dell’album è multiforme e piacevole: la violenza ipnotica, di sovente, viene placata da dissonanze cacofoniche che, come fossero una coperta adagiata sul fuoco, causano fosche atmosfere irrespirabili, lambite da riff stridenti e trame di tossica follia. La componente oscura e ritualistica, di tanto in tanto, consolida il terreno fangoso sul quale brulicano ritmiche cadenzate e spasmi incontrollabili. Tutto ciò prende forma nell’occulto incantesimo delle sette tracce: l’apparente mantra mistico di “The Unfathomable Omipresence of the Sister of Sleep” muta in pura violenza che viene innescata da chitarre distorte e pattern indiavolati. Lo schema sonoro dei Nostri scava nella mente veri e propri tunnel di rumore assordante. I continui cambi di marcia di “The Submission of Rage for Propulsion Divine” depistano l’ascoltatore incatenandolo ad un’ossessionante tortura ritmica. Un piacevole supplizio ingigantito da un gorgoglio cavernoso che, raramente esplode in urla allucinanti, agitando così le acque paludose di “The Shredder of the Most Rooted Archetypes” e della successiva “The Retaking of Meaning of Joy and Ardour…”. Due tracce che saldano al meglio l’essenza brutale della band a quella più introspettiva che dilaga nel finale assalto disperato di “…On the Incommensurable Path”.
Parafrasando il titolo del disco, la musica degli Hadit sarà il veicolo sonoro necessario a riconquistare il significato di gioia e ardore, percorrendo un sentiero incommensurabile. Questo è solo il primo, grande passo.