8.0
- Band: HAIL OF BULLETS
- Durata: 00:45:48
- Disponibile dal: 28/10/2013
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Russia, Pacifico e ora (soprattutto) Africa. Il panzer Hail Of Bullets non si ferma più. Quello che era nato come un progetto parallelo è ben presto diventato la priorità per questi veterani del death metal olandese, che, ora al terzo full-length, gettano definitivamente la maschera e affrontano la sfida più difficile e coraggiosa: quella di confermarsi sui livelli dei lavori precedenti e di confrontarsi in modo diretto con la grande stagione del death metal vecchia scuola. Un immenso atto d’amore che è anche una sfida aperta – e vinta – soprattutto con coloro che guardano con sufficienza e distacco alle cosiddette “all star” band o all’ultima generazione di gruppi devoti a sonorità tradizionali. E cosa di più arduo e affascinante potevano osare i Nostri se non scrivere un concept sul generale tedesco Erwin Rommel? Un argomento scomodo, che viene trattato con eleganza e dovizia di particolari. “III: The Rommel Chronicles” rappresenta la definitiva consacrazione per il gruppo olandese, che ancora una volta rilegge il death metal e scava nella storia con personalità e talento; la musica ha una forza e un impatto visivo con pochi eguali in questo campo, avvolge e fa volare l’immaginazione su scenari drammatici, confermandosi perfetta colonna portante per la voce di Martin Van Drunen, autore nuovamente di una prova strepitosa: tonalità forti, timbro inconfondibile e grande capacità espressiva. La tracklist si dipana in modo intenso ed emozionante, con i testi che costituiscono un accurato filo narrativo e le musiche che, come al solito, si manifestano come sintesi perfetta dei migliori elementi di certo death metal tardo ottantiano e novantiano. In particolare, con “III”, gli Hail Of Bullets sembrano aver recuperato l’urgenza e il carattere altamente tragico del magnifico debut album “… Of Frost And War”, limitando un po’ quelle virate verso sonorità più prettamente epiche e “pulite” che avevamo trovato nel precedente “On Divine Winds”; la produzione risulta più brutale che mai, mentre alcune di queste tracce sono le più brevi e lineari del repertorio della band. Meno riff per canzone, più impatto e maggior spontaneità: questi gli ingredienti principali del nuovo platter. Una vera blitzkrieg che lascia meravigliati per brio ed efficacia, soprattutto all’altezza di perle come “DG-7” e “The Desert Fox”, che alternano felicemente momenti riflessivi e lirici ed altri heavy e maestosi, sempre con una buona orecchiabilità di fondo. Considerato appunto che il gruppo era nato quasi per gioco, sorprende come Martin Van Drunen, Ed Warby e soci siano riusciti, apparentemente senza grandi sforzi, a confezionare tre album che fanno impallidire anche certe uscite delle loro stesse “band madri”. Un’alchimia insperata, che ha dato ottimi frutti sin dal primo tentativo e che ora dà modo alla formazione di presentarsi una volta per tutte come un vero e proprio punto di riferimento per tutta la scena death metal. Vista anche la ormai nota “auto-esclusione” dalla scena/mercato dei Bolt Thrower, oggi più che mai sarebbe un peccato che il nome Hail Of Bullets restasse circoscritto alla sola piccola cerchia dei cultori del settore.