
8.0
- Band: HAKEN
- Durata: 00:51:54
- Disponibile dal: 19/06/2020
- Etichetta:
- Inside Out
- Distributore: Sony
Spotify:
Apple Music:
Il sesto full-length degli Haken nasce come naturale proseguimento di “Vector”, un concept album diviso in due parti che conclude un viaggio iniziato ormai qualche anno fa. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare nel nostro track-by-track, dunque, “Virus” non ha nessun collegamento con l’attuale pandemia causata dal SARS-CoV-2, nè l’album ha alcuna volontà di raccontare la situazione odierna; piuttosto il concept si ricollega ad un personaggio, il ‘Cockroach King’, già apparso nell’album “The Mountain” (2013). Data la stretta correlazione tra i due album, è inevitabile la presenza di diversi punti in comune, utili a dare continuità e coerenza ad un prodotto che, nella mente dei loro creatori, potrebbe essere fruito nella sua interezza; tuttavia sarebbe stato un madornale errore, per una band come gli Haken, quello di mettere in musica semplicemente una copia carbone di “Vector”. Fortunatamente questo rischio viene immediatamente scongiurato e “Virus” si conferma un ulteriore tassello nella maturazione artistica degli Haken. Da “Vector” viene mutuata l’energia e la potenza di un riffing che in determinate occasioni si fa addirittura thrashy (“Prosthetic”), ma la scrittura del gruppo ha continuato ad evolversi, andando a comporre un album estremamente vario e colorato. Non ci addentreremo troppo nel dettaglio delle composizioni, avendo già avuto modo di analizzarle tutte una per una, ma ci limitiamo a ribadire alcuni punti: gli Haken dimostrano ancora una volta la loro maestria compositiva non solo creando delle canzoni mostruosamente complesse da un punto di vista tecnico, ma soprattutto mettendo in pratica nel migliore dei modi la filosofia del progressive. Tutte le composizioni di “Vector” sono stratificate, piene di accorgimenti, piccoli gioielli, intarsi e incastri perfetti. Le numerose influenze della band, che partono dalla tradizione del prog rock (King Crimson e Gentle Giant su tutti) per arrivare ai migliori esponenti della scena prog metal degli anni Novanta e Duemila, non vengono urlate ma contribuiscono a creare una miscela che risulta sempre credibile e riconoscibile, perchè letta sempre attraverso la personalità forte di questi eccezionali musicisti. La cosa appare particolarmente evidente nella suite “Messiah Complex”, un mirabile tour de force in cui la formazione britannica sembra voler dimostrare il proprio diritto a sedersi ai vertici della scena prog metal mondiale. Anche le composizioni apparentemente più semplici, come “Canary Yellow” o la conclusiva “Only Stars”, mostrano sfumature delicate, evanescenti, ma non per questo meno efficaci o curate. “Virus”, dunque, rappresenta l’ennesimo centro all’interno di una discografia che, ad oggi, non ha ancora avuto segni di cedimento. Chiunque abbia amato il precedente “Vector” non potrà che rimanere ammaliato anche da questa nuova fatica degli Haken, che consolidano così il loro status di band imprescindibile per qualunque fan del miglior progressive metal.