7.5
- Band: HALESTORM
- Durata: 00.41.51
- Disponibile dal: 17/04/2012
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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“Tu sei brava tu sei bella mi sbomballi le cervella!” L’effetto ‘shwiiiiing’ (con movimento pelvico incorporato) è assicurato: al cospetto di Lizzy Hale praticamente tutti i maschietti rivivranno lo spezzone in cui Wayne, dopo le performance de I Giganti Dipinti Di Verde e I Beatles Caccosi, viene sconvolto al rallenty dall’avvenente Cassandra, rocker dalla grinta sulfurea e dal viso celestiale, in un fatale colpo di fulmine. Ma lasciamo perdere Fusi di Testa, anche se il sapore ottantiano e il rock di quegli anni sono una perfetta introduzione. Abbiamo sentito parlare degli Halestorm per la prima volta dalla bocca di David Draiman dei Disturbed, ai tempi in procinto di partire con loro per uno dei soliti metal luna park itineranti a stelle e strisce. Ci spiegò che non parlava di pirati scozzesi, bensì di una giovane band hard rock molto promettente. Non possiamo dargli torto: Roadrunner Records si è accaparrata il secondo disco in studio dei ragazzi di Red Lion, Pennsylvania, che da subito appare davvero convincente, modellato sulla potente voce della frontwoman in un hard rock genuino e radiofonico, con svariati riferimenti ai classici (Tesla, Skid Row e molti altri) ma senza suonare in alcun modo retrò. Il disco parte in maniera aggressiva, con gli accenni al metal di “Love Bites And So Do I”. Assieme alle successive “Mz. Hyde” e “I Miss the Misery” offrono una brillante transizione dal primo album e un’inizio davvero energico. Dopo l’anthem “Freak Like Me” viene svelato ampiamente il lato vulnerabile di Lzzy, lasciando spazio alla melodia nel singolo perfetto “Beautiful With You” e nelle power ballads “In Your Room” e “Break In”. Se “Rock Show” ha un’intensità liturgica, le successive “Daughters Of Darkness” e “You Call Me Bitch Like It’s A Bad Thing” sono puro hard rock. “American Boys” ha toni country, e resta vicina ad essere l’unico scivolone del disco, ma alcuni apprezzeranno l’originalità. “Here’s to Us” (ripresa al famoso show Glee) chiude col sentimentalismo. Tirando le somme, questo “The Strange Case Of” è un album davvero ben confezionato, senza punti deboli. Gli Halestorm sanno graffiare, sanno incantare con le loro ballad e sanno farvi alzare le corna con anthem da stadio. Sanno raccontare una storia in ogni canzone e hanno già una schiera di fan che in queste storie si identifica. Gli Halestorm sono usciti dal guscio e sono pronti a gareggiare per diventare le prossime stelle del rock’n’roll. Come negare una possibilità a un bel faccino come quello di Lzzy?