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- Band: HAMMERFALL
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
- Distributore: Audioglobe
Cosa si può dire che non sia già stato detto su un album degli Hammerfall? Ben poco, credo! Questo “Crimson Thunder” è il loro quarto album e, come ormai da tradizione dal 1997, ci troviamo davanti ad un compendio di metal classico, power, ritornelli epici, melodie stereotipate e testi fantasy (immancabili!). Nonostante questo preambolo non molto incoraggiante, di certo gli Hammerfall non possono essere accusati di essere la classica band accodatasi al trend del momento: furono infatti loro a far esplodere definitivamente la moda del power metal con l’ormai famoso “Glory To The Brave”, album piacevolissimo che vendette migliaia di copie e che catapultò la band ai vertici della scena power europea, decisamente oltre le più rosee aspettative di un Oscar Dronjak o di un Joacim Cans, due ragazzi simpatici innamorati perdutamente del più classico dei metalli. Ho sempre trovato, infatti, ingiuste le critiche mosse nei loro confronti: è vero che nel loro sound non è rintracciabile nemmeno un barlume di originalità; è vero che le tematiche, i riff, le strutture e le melodie sono trite e ritrite; è vero che la stampa specializzata in passato ha sin troppo esaltato le loro ‘gesta’, sopravvalutandoli all’inverosimile, ma è anche una sacrosanta verità il fatto che i cinque svedesi abbiano sempre scritto, fatta forse eccezione per il precedente “Renegade”, album formalmente ineccepibili, ispirati ed onesti, con brani coinvolgenti, ben costruiti e altrettanto ben suonati. “Crimson Thunder” non fa eccezione, e ci consegna una band con qualche idea in più rispetto a due anni fa, migliorata sotto il profilo tecnico e sicuramente dotata di un’esperienza maggiore. “Riders Of The Storm” e la title track sono due midtempo di scuola Accept massicci e quadrati, con ritornelli studiati apposta per essere riproposti dal vivo, “Hearts On Fire” è ruffiana al punto giusto, destinata a rimanere a lungo in testa a più di un defender, mentre “Trailblazers” è forse il brano più bello che la band abbia scritto dai tempi del debut. Non ci sono tutte rose e fiori, però… “The Unforgiving Blade” è sin troppo scontata, mentre “Dreams Come True” conferma per l’ennesima volta il fatto che i nostri non siano in grado di scrivere una ballad decente. I fan della band possono però stare tranquilli, le vere cadute di tono si limitano a questi due episodi e i restanti brani viaggiano su una solida sufficienza. Questo “Crimson Thunder” si rivela quindi un prodotto più che discreto, un onesto album di power-classic metal che sarà capace di intrattenere a dovere e per lungo tempo il vasto seguito della band. Ma non chiedete loro di più.