8.0
- Band: HAMMERFALL
- Durata: 00:49:49
- Disponibile dal: 20/02/2009
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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Sono passati ormai dodici anni da quando gli Hammerfall pubblicarono il loro bellissimo debutto “Glory To The Brave”, un disco che rimane tutt’ora il migliore nella discografia della band e che all’epoca ebbe il grande pregio di dare una bella mano alla ripresa del classic-power. Il botto iniziale fece nascere un notevole seguito attorno al gruppo ma con il terzo lavoro “Renegade”, più classico e ottantiano nei brani e nella produzione rispetto al power degli esordi, la base di fan si ruppe in sostenitori e detrattori. Da allora la band proseguì per la propria strada sempre su coordinate che vedevano nel metal classico il principale riferimento, e pose attenzione nell’inserire in ogni lavoro qualche singolo decisamente catchy e commerciale come “Hearts On Fire” sull’ottimo “Crimson Thunder”, “Blood Bound” sull’appena sufficiente “Chapter V: Unbent, Unbowed, Unbroken” o “Natural High” sul “Threshold”, disco questo che, a parere di chi scrive, riportava la band su livelli qualitativi più che discreti. Arriviamo dunque ai giorni nostri con gli Hammerfall ormai affermati e conosciuti almeno di nome praticamente da chiunque. Il gruppo ha messo da parte una notevole esperienza, sa cosa si aspettano i fan più affezionati e con una mentalità “manowariana”, e decide di accontentarli sfornando un disco che di poco o nulla si discosta dalle ultime produzioni se non per una migliore vena compositiva che lo pone sullo stesso piano di “Crimson Thunder”. “No Sacrifice, No Victory” è infatti un disco sì di mestiere ma che riassume in maniera decisamente efficace tutti gli elementi tipici degli Hammerfall. Troverete infatti sia anthemici mid tempo perfetti per i live come la tamarrissima opener nonché singolo “Any Means Necessary”, sia pezzi più tirati ed in linea con le prime produzioni come “Legion”, passando per la solita, immancabile e discreta ballad “Between Two Worlds”. Ottima la prestazione di Joacim Cans, che in più occasioni utilizza un approccio vocale leggermente più ruvido del solito. Il lavoro non contiene pecche evidenti e solo in qualche caso come “Life Is Now”, un tantino sempliciotta sulle melodie, o la saxoniana “Punish And Enslave” si registra qualche leggero calo di tono. Una ventata d’aria fresca deve averla portata il nuovo chitarrista Pontus Norgren che, lasciati i The Poodles, si è dedicato a questa nuova esperienza contribuendo anche con la composizione di “Something For The Ages”, brano strumentale che non vuole essere una dimostrazione di chissà quale tecnica ma si basa semmai su melodie efficaci e facilmente memorizzabili. La canzone conduce alla seconda metà del lavoro, dove la band spara le migliori cartucce con la titletrack, mid tempo molto orecchiabile che entrerà di diritto nei classici della band, e la conclusiva “One Of A Kind”. Quest’ultima vede la partecipazione in fase di songwriting di Jesper Stromblad, chitarra degli In Flames e batterista degli Hammerfall nella loro prima formazione. Il risultato è un brano che non a caso ricorda gli esordi, un epic power arrembante nel quale Anders Johansson spinge in più occasioni con la doppia cassa e Cans sposta il suo cantato su tonalità più alte. Belli e molto di presa anche i cori presenti nella seconda parte del pezzo, valorizzati dalla spettacolare produzione ancora una volta affidata a Charlie Bauerfeind. Menzione a parte per la divertente cover di “My Sharona”, pop song dei The Knack qui riadattata abbastanza bene al sound dgli Hammerfall. I cinque svedesi riescono quindi a pubblicare un disco che sicuramente piacerà a chi li ha sostenuti durante questi anni e che costituisce anche un buon punto di partenza per tutti coloro che ancora non conoscono la band e apprezzano l’heavy metal classico.