7.5
- Band: HAMMERFALL
- Durata: 00:50:15
- Disponibile dal: 16/10/2006
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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A poco più di un anno da “Chapter V: Unbent Unbowed Unbroken” gli Hammerfall tornano in corsa con il nuovo “Threshold”. La band, capitanata da Oscar Dronjak e Joacim Cans, giunge quindi al sesto album in studio e diciamo subito che si tratta di un buon disco, che conferma le abilità compositive e la coesione di una formazione stabile ormai da più di sei anni. I cinque svedesi non sono certo noti per le loro inclinazioni evoluzionistiche e per questo sono stati spesso criticati. Inutile quindi aspettarsi sorprese da “Threshold”, un album di continuità che va invece apprezzato per l’oggettiva qualità delle composizioni in esso contenute. Sebbene il disco non raggiunga complessivamente il livello di “Crimson Thunder” o “Glory To The Brave”, contiene un buon numero di ottimi pezzi, sulla scia delle migliori produzioni del recente passato della band. La titletrack, posta in apertura, è un up-tempo trascinante e armato di un bel ritornello, di quelli che restano in testa dopo mezzo ascolto. Il discorso potrebbe essere esteso anche ad altre canzoni come “The Fire Burns Forever” o “Carved In Stone”, classici pezzi di puro heavy metal in stile Hammerfall, due mid tempo estremamente catchy e coinvolgenti. Sono presenti anche episodi in cui riemergono le influenze prettamente power metal degli esordi come “Genocide”, in cui la band spinge sull’acceleratore e confeziona uno dei migliori brani del disco. Purtroppo ci sono anche pezzi un po’ meno convincenti come la bruttina “Rebel Inside”, un mid tempo scialbo, eccessivamente statico e banale, soprattutto sul ritornello. Non brilla di luce propria nemmeno “Shadow Empire” che, seppur dotata di un buon tiro, non è purtroppo sufficientemente incisiva a livello del chorus. La discreta “Dark Wings, Dark Words” è un classico lento di cui un lavoro degli Hammerfall non poteva certo mancare. Il primo singolo estratto è “Natural High” un altro brano dannatamente heavy ed immediato che raccoglierà consensi soprattutto dal vivo. La produzione, sapientemente diretta da Charlie Bauerfeind, è (manco a dirlo!) più che perfetta e lo stesso si può dire della prova della band, con un Joacim in gran forma. Bella la copertina, ancora una volta realizzata da Samwise Didier, il direttore artistico del celeberrimo gioco Warcraft III. In definitiva, un album fresco e convincente, che i fan del gruppo non potranno sicuramente ignorare e che potrebbe anche risultare piacevole alle orecchie di chi da sempre non stravede per il quintetto svedese.