HANDS OF ORLAC – Hands Of Orlac

Pubblicato il 10/02/2012 da
voto
7.0
  • Band: HANDS OF ORLAC
  • Durata: 00:39:29
  • Disponibile dal: 01/10/2011
  • Etichetta:
  • Horror Records

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Sebbene ancora mettano in mostra una certa immaturità di fondo, gli Hands Of Orlac si dimostrano un ensemble piuttosto interessante, che senza dubbio potrà piacere agli amanti di King Diamond, primi Death SS, Blood Ceremony, Witchfinder General, Black Hole e – perché no? – dei tanto osannati Ghost. La band si è formata a Roma qualche anno orsono e, nel tempo, nella line up si sono inseriti elementi provenienti dalla Svezia, come ad esempio David Olofsson, chitarrista e producer che qui si presenta con il nome di battaglia di The Puritan. I Nostri si muovono a cavallo tra un doom darkeggiante ed un heavy classico ed ottantiano, al quale vengono aggiunte dosi piuttosto consistenti di prog, riconoscibilissimo soprattutto a livello chitarristico. Le strutture dei brani sono comunque piuttosto semplici ed old school oriented; i ritmi sono piuttosto lenti, salvo alcune decise accelerazioni che riportano all’operato di Steve Sylvester pre “Do What Thou Wilt”. Grande spazio è dato alla convincente interpretazione di “The Sorceress”, female singer che si produce anche in buone partiture di flauto, la qual cosa rimanda per forza di cose ai Blood Ceremony. In effetti, se i canadesi puntano maggiormente sulla melodia fascinosa ed oscura e su di un incedere quasi “incantato”, gli Hands Of Orlac sono decisamente più grezzi e legati a quella componente heavy ottantiana che, in definitiva, è la cifra stilistica che meglio li rappresenta. I ragazzi si cimentano anche con la cover della mitica “Demoniac City” dei veronesi Black Hole: il brano è reso in maniera molto efficace, anche perché rientra pienamente nelle corde del quintetto romano. “Vengeance From The Grave” è un estratto di un omonimo demo del 2010 ed è un brano eccellente, appeso tra doom ed heavy metal, con una parte centrale altamente evocativa. Gli altri brani scorrono via piuttosto gradevolmente, sempre in pieno revival ottantiano. La produzione è minimale, ma non malvagia, anche se probabilmente il mixing è un po’ debole. Ripetiamo quanto detto all’inizio: gli Hands Of Orlac si dimostrano magari un po’ ingenui ed ancora acerbi, ma mettono in mostra un potenziale pazzesco che ce li fa accostare alle migliori cose dei Blood Ceremony e dei Ghost. Attendiamo fiduciosi l’evolversi delle cose.

TRACKLIST

  1. Hands Of Orlac
  2. Castle Of Blood
  3. Demoniac City
  4. Into The Prison Of Sleep
  5. Vengeance From The Grave
  6. Lucinda
  7. Witches Hammer
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