7.0
- Band: HAR
- Durata: 00:35:00
- Disponibile dal: 23/08/2024
- Etichetta:
- Dark Descent
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Dopo essersi fatti un certo nome nel circuito underground con i loro primi EP e un’apparizione al danese Kill-Town Death Fest, gli israeliani Har, ora di base a Berlino, arrivano al debutto sulla lunga distanza con “Cursed Creation”, un full-length che testimonia una crescita confortante nel loro percorso artistico. Se in passato il songwriting della formazione poteva sembrare solido ma mai davvero sopra le righe, qui lo troviamo maggiormente affinato e più che mai indirizzato verso un arrembante death metal ‘annerito’, che strizza l’occhio alle sonorità sulfuree e maligne tipiche di eroi underground come Lvcifyre o Degial. Le vere radici del suono, di conseguenza, vanno rintracciate nei primi Morbid Angel, anche se ciò che emerge è senz’altro un’interpretazione ancora più estrema, un’esplosione di energia distruttiva e luciferina. Non si tratta quindi di un tributo alle glorie del passato, ma di una rielaborazione in linea con la scuola contemporanea, che amplifica questa ferocia old school death metal portandola a tratti al confine con il black metal.
L’album prende subito vita con “Submerged in Cacophony”, un brano che non lascia scampo: ritmi serrati, cambi di tempo chirurgici, una convincente sottotraccia melodica e riff memorabili si susseguono senza tregua. È un inizio col botto, che segna subito l’intenzione della band di travolgere l’ascoltatore con un assalto sonoro senza compromessi. Sebbene il resto del disco non raggiunga sempre le stesse vette di incisività, canzoni come la title-track e “Metaphysical Stench” si distinguono anch’esse per intensità ed efficacia, mantenendo alto il livello qualitativo e dimostrando la maturità del trio nella gestione delle dinamiche compositive. In questo senso, soprattutto concentrandosi sulla rotondità di certi riff, risulta chiaro come gli Har si tengano a debita distanza dal caos di quel war metal oggi tanto in voga, preferendo un approccio un po’ più controllato e ragionato. La musica si sviluppa attraverso strutture solide e una resa sonora curata nei dettagli, mantenendo tuttavia quell’energia mefistofelica che contraddistingue quel particolare filone underground in cui regnano i succitati Lvcifyre e altre formazioni affini. Ciò che emerge è dunque l’operato di una band consapevole dei propri mezzi, capace di muoversi con sicurezza nel proprio genere, anche se magari non ancora così personale per risultare immediatamente riconoscibile.
In ogni caso, inserendosi perfettamente nel catalogo della Dark Descent, tra le etichette di riferimento per gli appassionati di death metal contemporaneo, “Cursed Creation” si configura come una prova più che incoraggiante, potente e levigata, che conferma la perizia e la crescita degli Har. Gli israeliani confezionano un disco che si colloca su quel sottile crinale che separa estremismo e pathos, riuscendo a fermarsi un passo prima che tutto imploda.
