HARAKIRI FOR THE SKY – Scorched Earth

Pubblicato il 14/01/2025 da
voto
8.0
  • Band: HARAKIRI FOR THE SKY
  • Durata: 01:12:39
  • Disponibile dal: 24/01/2025
  • Etichetta:
  • Art Of Propaganda

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È ancora una volta l’inverno a salutare un nuovo album degli Harakiri For The Sky, come avvenuto per il precedente “Mære” e “Arson”. In questo caso siamo di fronte a una delle prime uscite importanti del 2025, dopo l’affievolimento di nuove pubblicazioni dell’ultima quindicina di dicembre e i giustamente pigri primi giorni dell’anno. “Scorched Earth” non poteva che essere un disco molto atteso, alla luce dell’accresciuta popolarità internazionale della formazione austriaca. Una posizione andata consolidandosi un album alla volta, aumentando esponenzialmente anche le apparizioni dal vivo, così che un progetto nato inizialmente con una impronta più ‘da studio’ è diventato pure una macchina live di prima categoria.
Proprio l’urgenza e l’energia dell’ambiente concertistico sembravano aver indirizzato una risalita di immediatezza per il gruppo, dopo due album leggermente più difficili da elaborare e comprendere appieno come “III: Trauma” e “Arson”. “Mære” riportava al contrario ben più in alto l’indice di adrenalina, senza scendere a compromessi e voler piacere a tutti i costi. Quattro anni più tardi, passando attraverso due edizioni riregistrate di “Harakiri For The Sky” e “Aokigahara” (i primi due album del duo di Salisburgo) – delle quali onestamente non si sentiva la necessità – ecco che “Scorched Earth” ha il compito non banale di portare avanti un certo tipo di messaggio e di tradizione sonora.
Proprio quando i precursori di questo stile tra black metal, shoegaze e post-rock hanno ormai raggiunto un certo stadio di maturazione (Deafheaven e Alcest su tutti) e di longevità, diventa sempre più difficile sia mantenersi su elevati standard qualitativi, sia risultare freschi e in qualche modo ‘nuovi’, pur ricorrendo a un canovaccio ben riconoscibile.
In una discografia ormai piuttosto consistente, il duo austriaco non si è mai fatto prendere la mano dalla sperimentazione e dalla rielaborazione dei propri tratti tipici, né per questo si è fatto intrappolare in stilemi fin troppo codificati. È quindi abbastanza semplice rintracciare fin dalle prime battute dell’opener “Heal Me” tutte le caratteristiche salienti del suono modellato negli anni da J.J. (voce) e M.S. (tutti gli strumenti, ad eccezione della batteria qui suonata da Kerim ‘Krimh’ Lechner): gli strappi fulminanti, i vocalizzi rabbiosi e taglienti (nell’opener integrati dall’ospite Tim Yatras degli Austere), le aperture luminose e confortanti, i tuffi in una malinconia rapace e tumultuosa. E ancora, i ghirigori armonici che elevano e seppelliscono le nostre sensazioni, in un ottovolante emotivo senza tregua alcuna.
Andando anche qui in contiguità con il passato e con quella volontà di scrivere canzoni di ampia durata ma sempre fitte di dettagli, sezioni, piccole divagazioni, “Scorched Earth” fin dal suo incipit si presenta come un album imponente, di impatto bruciante eppure desideroso di molteplici ascolti per far emergere tutte le sue doti.
Il concedere frequentemente ritmiche tambureggianti, doppiate da un riffing relativamente leggero ed orecchiabile, mette bene in mostra le influenze screamo, post-rock e shoegaze: ci sono sempre state, in “Scorched Earth” questa patina di gentilezza può diventare persino più evidente. Ciò anche per un missaggio che pare voler dare particolare risalto proprio a quest’aspetto, nonostante l’impatto complessivo non sia troppo educato o ammansito rispetto all’urgenza espressiva della band.
In ogni caso, il dare respiro e spazio agli elementi più fini ed eleganti – tipo l’apertura pianistica di “Keep Me Longing” – rinnova quel tanto che basta il suono complessivo degli Harakiri For The Sky, credibili e ancora implacabili nell’irretirci con la loro miscela di suggestioni setose e drammaticità bruciante. Un post-black metal che, rispetto alla maggior parte dei colleghi di settore, sa essere tanto teatrale e altisonante, quanto commovente, conducendoci in luoghi dell’anima nei quali difficilmente altre realtà ci sanno portare.
La lunghezza delle tracce e la loro ricchezza di contenuti rende onore a un lavoro compositivo minuzioso, calibrato attentamente per non cadere nella prolissità: le progressioni e i rallentamenti, gli stacchi più tenui, il ruvido lirismo di J.J., si concatenano perfettamente, donando a tracce come “Without You I’m Just A Sad Song” e “With Autumn I’ll Surrender” un magico senso di sconforto.
Limitato nei vocalizzi ma significativo l’intervento vocale di Serena Cherry degli Svalbard nella conclusiva “Too Late For Goodbyes”, e ben più che gradevoli le due bonus track, disponibili solamente per l’edizione in media book CD. Si tratta della cover dei Radiohead “Street Spirit (Fade Out)” e dell’originale “Elysian Fields”. La prima, è interpretata sotto una luce insolitamente fioca, strumentalmente briosa ma levigata, che poco concede a tipici movimenti post-black metal ed è addirittura cantata interamente in pulito (è qui ospite al microfono P.G. dei Groza); la seconda, a sua volta, è molto candida e riflessiva, affine al dreampop, che è poi l’ambito di provenienza di Daniel Lang dei Backwards Charm, qui unica voce. Un esperimento probabilmente isolato, vista la poca attinenza con quanto gli Harakiri For The Sky suonano abitualmente, ma che preso di per sé si ascolta volentieri e si dimostra qualcosa fatto con consapevolezza e cura.
Ci fa piacere constatare come gli Harakiri For The Sky abbiano ancora molto da dare alle sonorità black metal più emotive e contaminate, portando avanti una discografia di alto profilo e finora esente da cadute di tono. “Scorched Earth” è un ottimo compendio di tutto quello che gli austriaci hanno saputo proporre finora e ne conferma tutto il talento e l’abilità compositiva.

 

TRACKLIST

  1. Heal Me
  2. Keep Me Longing
  3. Without You I’m Just A Sad Song
  4. No Graves But The Sea
  5. With Autumn I’ll Surrender
  6. I Was Just Another Promise You Couldn’t Keep
  7. Too Late For Goodbyes
  8. Street Spirit (Fade Out) (bonus track)
  9. Elysian Fields (bonus track)
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