7.5
- Band: HARDCORE SUPERSTAR
- Durata: 00:48:31
- Disponibile dal: 05/06/2009
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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La decisione di lasciare la band presa da Thomas Silver non era cosa da poco e ancora più difficile era trovare un degno sostituto di un chitarrista che non era un mostro di tecnica, ma suonava con un tiro veramente notevole soprattutto dal vivo. Fortuna vuole che in Svezia ci siano parecchie formazioni impegnate sull’hard rock o lo sleaze e una di queste si era messa in evidenza anche per la presenza di un guitar player talentuoso e stilisticamente più vicino al metal. Si trattava dei Crazy Lixx e il musicista in questione era Vic Zino che alla proposta di unirsi ai ben più famosi colleghi, non ci ha pensato due volte. Una serie di date live per rodare la nuova formazione e poi la prima prova in studio con il qui presente “Beg For It”. Il lavoro recupera un songwriting leggermente più rock rispetto al precedente “Dreaming In A Casket” e mostra una maggior immediatezza dei ritornelli. Ogni brano è infatti molto divertente e contiene melodie di grande presa, preservando una dose di energia non certo comune. A questo si aggiungano dei suoni di chitarra e batteria abbastanza aggressivi, praticamente metal e la solita prestazione da paura di Jocke, in questo genere uno dei migliori cantanti attualmente in circolazione. Sebbene su “Beg For It” non ci siano hit del calibro di “We Don’t Celebrate Sundays” o “Wild Boys” dall’omonimo stupendo album targato 2005, troviamo diversi episodi che ci si avvicinano parecchio. È il caso ad esempio di “Nervous Breakdown”, “Don’t Care ‘bout Your Bad Behaviour” e “Illegal Fun”, brani estremamente adrenalinici dove l’hard rock di scuola Motley Crue/Guns n’ Roses da sempre nel DNA musicale del quartetto, viene fuso con l’approccio metal delle recenti pubblicazioni del gruppo (anche se parlare di thrash come scritto sulle note informative del promo, pare piuttosto eccessivo…). Nascono così dei potenziali singoli, in grado di piacere sia a chi segue lo sleaze rock che all’amante di sonorità più pesanti. Ovviamente il tutto non si riduce a tre soli brani e tra gli episodi che vi faranno cantare sotto la doccia, in camera, in macchina o soprattutto durante le strepitose live performance del quartetto di Goteborg, ci sono anche la stessa titletrack, brano molto catchy e non a caso primo singolo del disco; “Into Debauchery”, un up tempo di soli tre minuti estremamente diretto e trascinante; “Remove My Brain”, dai cori ultra diretti che saranno una bomba in sede live e la conclusiva “Innocent Boy”. Molto buono ache il lento semi-acustico “Hope Fo A Normal Life”, mentre le uniche flessioni le notiamo su “Shades Of Gray” e l’anonima “Spit It Out”. Difetti decisamente secondari dunque per un disco inferiore rispetto ai capolavori “Bad Sneakers and a Piña Colada” e “Hardcore Supestar”, ma ad ogni modo conferma del buon stato di salute di una band che riesce sempre a comporre musica dannatamente attuale e moderna, pur rifacendosi ad un genere vecchio di vent’anni.