7.0
- Band: HARDLINE
- Durata: 00:49:35
- Disponibile dal: 09/07/2021
- Etichetta:
- Frontiers
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Nuovo disco targato Hardline, per una formazione che, per la verità, non ha molto a che vedere con le origini del gruppo. La Frontiers ha adottato in alcuni casi un po’ questa “politica” di mantenere moniker storici costruiti attorno alla figura del cantante, per il quale viene letteralmente messo insieme, quasi a tavolino, un gruppo di validi musicisti. In qualche caso (vedi Sunstorm), addirittura non c’è più neanche il cantante originario, mentre in questi Hardline ritroviamo ancora il grande Johnny Gioeli. Assieme a lui, oltre al produttore/autore/compositore di fiducia dell’etichetta, Alessandro Del Vecchio, la line-up è formata dall’ottimo chitarrista Mario Percudani, con una nuova sezione ritmica di assoluto valore, composta da Anna Portalupi (basso) e Marco Di Salvia (batteria). Insomma, la formula è di assoluta garanzia: la voce di Gioeli è sempre limpida, brillante e cristallina, in grado di emozionare con una serie di brani di rock melodico davvero belli e accattivanti, senz’altro funzionali per esaltare al meglio le qualità del protagonista, grazie anche all’ottimo lavoro di Del Vecchio (sia alle tastiere che come autore/produttore) e degli altri musicisti coinvolti. Certo, gli Hardline storici sono un gruppo che ha lasciato davvero il segno, specialmente con i primi due album, e non è per nulla scontato che i nuovi lavori debbano essere all’altezza di quelli. In linea di massima, comunque, Del Vecchio e compagni cercano di rimanere fedeli al sound tipico del gruppo, privilegiando nella maggior parte dei brani perciò sonorità magari grintose (che si potrebbero accostare tuttavia, talvolta, a certe cose dei Bon Jovi) ma più tipicamente da classico rock melodico, anche se, in qualche brano, si riscontra un approccio leggermente più tendente all’hard rock, come ad esempio nel caso dell’opener “Fuel To The Fire” o di “Waiting For Your Fall”. Alla luce di tutto quanto premesso, il rischio, sicuramente calcolato, era quello di ritrovarsi di fronte ad un disco magari un po’ preconfezionato, non particolarmente in grado di colpire per l’originalità di certe melodie o di certe soluzioni, dove anzi l’ascolto avrebbe potuto lasciare spesso la tipica sensazione di qualcosa di già sentito o che ricordasse qualcos’altro. Un rischio che, in qualche misura, si è effettivamente concretizzato ma, allo stesso tempo, bisogna effettivamente riconoscere come “Heart, Mind and Soul” sia davvero ricco di belle canzoni e non possiamo che rendere merito di questo agli Hardline. Tra gli highlight potremmo citare ad esempio “Surrender”, “If I Could I Would”, “Like That”, oppure la semi-ballata “Searching For Grace”, impreziosita dalle splendide chitarre di Percudani, cariche più che mai di feeling. In generale, comunque, la tracklist è tutta abbastanza valida, per cui se amate il rock di classe e non vi interessa l’originalità a tutti i costi, questo disco potrà fare senz’altro al caso vostro.