8.0
- Band: HAREM SCAREM
- Durata: 00:40:36
- Disponibile dal: 23/05/2005
- Etichetta:
- Frontiers
- Distributore: Frontiers
Spotify:
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Non sapete la gioia che ha provato il sottoscritto al ricevimento del pacco con i promo, nel notare in esso la presenza del nuovo album dei canadesi Harem Scarem, per chi scrive una delle punte di diamante dell’hard rock melodico mondiale. La band, all’attivo dal 1991, ha sfornato una discreta quantità di album di primissimo valore, dal debut autointitolato, ricco di ballad e pezzi melodicamente vincenti, a quello che da molti è considerato il loro capolavoro insuperato (“Mood Swings”), fino all’album che fino ad ora era l’ultimo, “Higher”. La band doveva con questo “Overload” bissare il successo, la classe e la bellezza del succitato “Higher”, e si è letteralmente data notevolmente da fare per perseguire questo risultato. Basta ascoltare pochi brani dell’album per capire che l’obiettivo è stato raggiunto pienamente, e, se vogliamo, superato. Questo album ha dalla sua parte una potenza inedita per la band (che invero negli ultimi lavori ha sempre proposto un sound roccioso ma al contempo raffinato), aiutata dall’uso di chitarre ribassate, e batteria brillante e potente. La rabbia di Hess, almeno vocalmente parlando, in questo album trova il suo sfogo ideale, sia nell’opener “Dagger”, dove esprime rabbia e rassegnazione per un amore finito, sia nella song “Rise And Fall” dove il bravissimo Hess si scatena raggiungendo tonalità a lui poco congeniali, risultando in tal senso ancora più concitato. La band non è da meno, e mette tutta la sua personalità in ogni singolo passaggio, rendendo tecnicamente impossibile a chi conosca la band di non riconoscerla anche qui al primo secondo. Menzione particolare va fatta per il bravissimo chitarrista Pete Lesperance, da sempre vario, dotato di ottimo gusto con le sue influenze smaccatamente Vai-iane. Le canzoni volano via, e ci si ritrova alla fine dell’album senza aver minimamente avvertito il passare del tempo, in quanto tra riff al fulmicotone, passaggi dolci e ritornelli quanto mai memorabili, la nostra mente viaggia e per un attimo dimentica le brutture della vita (e di certa musica). Come non innamorarsi infatti della canzone capolavoro “Don’t Come Easy”, davvero spensierata e solare nel ritornello, o dell’intensa e riflessiva “Can’t Live With You”, o della Queen-oriented “All You’re Getting”? Il fatto è che ogni canzone in questo album ha una propria personalità, una propria vita, sempre e comunque riconducibile alla classe sopraffina della band. In conclusione, possiamo consigliare l’abum sicuramente ai seguaci della band, e forse a chi è in cerca di un gruppo che possa emozionare e stupire. Vi ritroverete in un attimo a cercare tutti i loro album per ascoltarne la discografia intera, ed apprezzarne le varie incarnazioni musicali. Non ve ne pentirete…