7.0
- Band: HARKANE
- Durata: 00:53:07
- Disponibile dal: 13/12/2024
- Etichetta:
- Dusktone
Spotify:
Apple Music:
Gli Harkane vengono da Padova, sono in giro da una decina d’anni e con “Argo” arrivano alla pubblicazione del loro secondo album. La band è composta da quattro elementi: il cantante/chitarrista/tastierista Paimon, l’altro chitarrista Kvarn, la bassista/pianista Ayssela ed il batterista Damned, ed il loro esordio “Fallen King Simulacrum”, concettualmente parlando, era un ambizioso racconto che si muoveva attraverso diverse epoche storiche, facendo parlare un certo numero di personaggi realmente esistiti o inventati per l’occasione.
Il coraggio non sembra mancare ai patavini che, per la loro seconda uscita, si ispirano alle “Argonautiche”, poema epico composto dal poeta greco Apollonio Rodio e che racconta il mitico viaggio di Giasone e degli Argonauti, a bordo della nave Argo, per recuperare il Vello d’oro.
Un’opera del genere ovviamente non ha nulla di banale e, per accompagnarla con una musica adeguata, serve un impianto sonoro altrettanto strutturato: la scelta degli Harkane ricade su un maestoso melodic death metal con qualche spunto black metal, un suono denso e corposo che va decisamente a braccetto con la rievocazione degli avvenimenti. Appare chiaro come le influenze principali siano da ricercare in band quali Septicflesh e Fleshgod Apocalypse, affini a livello musicale e spesso anche tematico, ma non è difficile scorgere anche qualche riferimento a Dimmu Borgir (“The Oracles Of Pelias”) o Behemoth (“Argo”), e questo frequente rifarsi a modelli predefiniti, naturale in una formazione ancora così giovane, rappresenta l’unico limite evidente di questi brani.
Il riffing è granitico, gli intrecci vocali sono complessi, con il profondo growl affiancato da parti narrative, le ritmiche sono dinamiche, con cambi di passo e di atmosfera mai forzati, e le orchestrazioni non difettano in quanto a solennità, il tutto interpretato con una tecnica impeccabile pur andando alla ricerca del giusto pathos.
Diversi sono i momenti che si distinguono, come il black metal sinfonico di “The Oracles Of Pelias”, i rallentamenti di “Towards Colchis” – uno dei picchi in quanto a drammaticità – oppure “Ending”, la fine dell’eroica avventura, ma certamente “Argo” è un album che è più logico ascoltare tutto d’un fiato, seguendone passo per passo le fitte trame.
Un ritorno quindi convincente per gli Harkane, ai quali si può appunto muovere l’unico appunto di essere eccessivamente legati ai propri numi tutelari: con un pizzico di originalità in più, il salto di qualità definitivo è assicurato.
