HARM’S WAY – Common Suffering

Pubblicato il 27/09/2023 da
voto
7.5
  • Band: HARM'S WAY
  • Durata: 00:34:53
  • Disponibile dal: 29/09/2023
  • Etichetta:
  • Metal Blade Records

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Abbiamo conosciuto e seguito gli Harm’s Way fin dai loro primi lavori ufficiali, incuriositi dalla loro evoluzione che li ha visti partire da lidi metalcore a tratti molto grezzi e pesanti, spesso forti di pronunciate influenze death metal, per approdare a un suono più freddo e definito, dai netti contorni industrial.
Ormai la traccia sonora degli statunitensi è ben definita, attesta su ambientazioni gelide e un incedere che in certi casi si fa vagamente meccanico, nonostante l’interpretazione dei ragazzi continui a far emergere un’urgenza e una spontaneità di marca hardcore. Un incontro tra uomo e macchina che si traduce in uptempo ebbri di ignoranza alternati a puntuali rallentamenti in cui il suono si comprime e ispessisce, sospinto da riff che cercano più la pesantezza che l’ingegno. A contorno, strutture disarmoniche, pulsazioni elettroniche e intarsi industrial che striano il tessuto sonoro senza mai esagerare, lasciando appunto che siano le staffilate partorite dalla strumentazione ‘classica’ a restare le principali protagoniste.
A livello di atmosfera, “Common Suffering” è senz’altro l’opera più torbida sinora confezionata dal quintetto: buona parte della tracklist risulta infatti intrisa di una costruzione del mood e della tensione che alterna luci e ombre, riflessi, geometrie in certi casi spiraliformi, che richiamano le paranoie di marca Full Of Hell, pur in un contesto più prettamente metallico.
È evidente come gli Harm’s Way oggi siano sempre più interessati alla creazione di un suono denso, capace di picchiare duro, così come di alternare umori, giocando sulle ambivalenze tra euforia e cupezza, tra slanci passionali e sospensioni meditabonde. I Godflesh e la loro aura glaciale sono senza dubbio un’altra delle influenze primarie della formazione americana, ma potremmo citare anche i Meshuggah, anche se, fortunatamente, la band si guarda bene dallo scimmiottarne l’approccio chitarristico a oltranza. Non siamo dalle parti di quel djent innocuo che poco ha da offrire oltre al solito e ormai ampiamente prevedibile interplay fra riff staccati e doppia cassa: gli Harm’s Way cercano esasperazione e alienazione, restando concentrati sulla timbrica, sulle variazioni, sul dinamismo che concatena i vari pattern, il tutto senza mai distogliere lo sguardo da una realtà cupa e da una verve inquieta e battagliera.
“Common Suffering”, pur presentando anche un intervento di voce femminile – a cura di King Woman – su “Undertow” e un episodio maggiormente incentrato su una sorta di sludge atmosferico come la conclusiva “Wanderer”, resta ruvido, conciso e sporco, sempre più proiettato verso la ricerca di mondi espressivi più maturi e personali, dallo stile solido e dall’immaginario che puntualmente evoca paesaggi di pura devastazione.

TRACKLIST

  1. Silent Wolf
  2. Denial
  3. Hollow Cry
  4. Devour
  5. Undertow
  6. Heaven's Call
  7. Cyanide
  8. Terrorizer
  9. Sadist Guilt
  10. Wanderer
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