6.5
- Band: HATE
- Durata: 00:45:00
- Disponibile dal: 05/05/2017
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Dopo avere giocato a lungo sul confine fra death e black metal (senza dimenticare qualche flirt con l’industrial), con questo nuovo “Tremendum” gli Hate provano a concedersi con più decisione alla fiamma nera, lasciandosi alle spalle buona parte di quelle cadenze marziali e di quei riff corposi che per anni hanno rappresentato alcuni dei loro principali marchi di fabbrica. La voce di Adam the First Sinner è quella di sempre, ma questa volta la band riempie il proprio suono sfruttando maggiormente un lavoro di chitarra subdolo e sfuggente, preferendo l’atmosfera all’impatto più crudo. Si respira in generale una tendenza a puntare su arie più sibilline e su dissonanze – nel recente passato spesso messe in secondo piano a favore di riff molto quadrati – ma tutto sommato mancano (ormai da troppo) degli anthem degni dei dischi di metà carriera. Da un lato è certamente apprezzabile la volontà dei ragazzi di Varsavia di staccarsi da formule ormai abusate e dai sempre insistenti paragoni con le star Behemoth, dall’altro è difficile non notare come alcuni di questi episodi siano privi di spunti realmente memorabili e di come a volte le canzoni si fondino le une con le altre senza lasciare traccia. Gli Hate sanno come aumentare gradualmente la tensione, solo che, spesso, arrivati sul più bello, anziché dare alle fiamme tutto questo impeto represso, si lasciano sopraffare da esperimenti macchinosi, tra tendenze prog smunte e melodie spoglie che poco esaltano lo storico carattere del gruppo. Un peccato, perchè tracce come “Indestructible Pillar” (dal vago sapore mediorientale), “Svarog’s Mountain” o “Walk Through Fire” sono invece dei pezzi ben studiati, che non stancano e, anzi, riascoltandoli, dimostrano quanto i polacchi abbiano appreso e soprattutto saputo creare senza cadere nella banalità o nella ripetitività. Probabilmente, visti anche i recenti cambi di line-up, “Tremendum” è il classico album di transizione, nel quale Adam the First Sinner e soci stanno cercando di ritrovare una identità provando varie soluzioni. Per il momento il prodotto finale è solo discreto, ma non dimentichiamoci che gli Hate nel corso della loro lunga carriera sono stati più volte capaci di improvvisi colpi di coda.