6.5
- Band: HATEBREED
- Durata:
- Disponibile dal: /11/2003
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Universal
Ritornano i prolificissimi Hatebreed, i re del metalcore a stelle e strisce! Con “The Rise Of Brutality”, successore dell’ottimo “Perseverance”, il quintetto capitanato dal ferocissimo frontman Jamey Jasta non si è spostato di un millimetro dal proprio classico trademark, confezionando un disco qualitativamente piuttosto valido ma purtroppo davvero troppo prevedibile. Ormai gli Hatebreed sono giunti al terzo full length album, e la loro proposta non ha subito praticamente alcuna sostanziale modifica dagli esordi ad oggi. La loro miscela di sfuriate hardcore e pesantissimi rallentamenti dal sapore metal è come sempre davvero possente e trascinante, ma alla lunga stanca soprattutto perché oggi la band sembra più che mai a corto di idee, del tutto incapace di variare anche di un minimo le costruzioni e di distaccarsi dai cliché di un genere che lei stessa ha contribuito a creare, ma che ora avrebbe bisogno di almeno un lieve rinnovamento. Va bene che il quartetto ha sempre sostenuto di voler restare onesto, di non voler tradire i propri fan e via dicendo, ma è anche vero che è da sempre che quasi tutti i brani degli Hatebreed partono a briglie sciolte per poi arrestarsi dopo circa quaranta/cinquanta secondi e lasciare spazio ad un riff metal cadenzato da spaccarci il collo! Questo inizialmente esalta tanto quanto annoia man mano che i minuti trascorrono… dopo un po’ si fa quasi fatica a riconoscere le canzoni! Gli Hatebreed, quando si tratta di polverizzare l’ascoltatore, sono dei veri maestri (brani come “Facing What Consumes You”, “Doomsayer”, “Beholder Of Justice” o il singolo “This Is Now” ne sono un più che chiaro esempio!) e in passato hanno dimostrato di essere una delle formazioni più interessanti della scena statunitense, ma ora per tornare veramente grandi serve loro almeno un piccolo scossone a livello stilistico. Che vogliano diventare gli Ac/Dc dell’hardcore? Con tutto il rispetto per i mitici australiani, si spera seriamente di no!