8.0
- Band: HATEBREED
- Durata: 00:43:22
- Disponibile dal: 27/11/2020
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Per approcciarsi bene a “Weight Of The False Self” bisogna effettivamente capire cosa si cerca nel nuovo Hatebreed, e ovviamente perde in partenza chi ha voglia di rinnovamento, espansione del suono e innovazioni, che sarebbe meglio lasciare confinate all’omonimo del 2009 o cercare negli episodi solisti di Jasta. L’ottavo album in studio del combo del Connecticut è infatti il trionfo dell’artigianale maestria nel modellare al meglio la propria formula, come mostra il solito epico dipinto di Eliran Kantor in copertina. Jasta le prova tutte per elevare i suoi testi e renderli manifesto di auto-affermazione e attitudine mentale positiva (PMA), arrivando addirittura a coniare nuovi termini del vocabolario (“Slaughterlust”) e incastrando troppe parole in linee motivazionali (“Weight of the False Self”), rendendo la controparte musicale quasi secondaria dietro a un tale sforzo. Consapevoli di dover competere solo contro se stessi, però, gli Hatebreed riescono a completare una collezione di canzoni possenti, aggressive e brutalmente oneste senza lasciare praticamente nulla al caso: dagli obbligatori passaggi per ‘Moshville’ ai singolari momenti emotivi (“Cling To Life”) ai pezzi più thrash (“A Stroke Of Red”, “The Herd Will Scatter”), fino ai passaggi più strettamente hardcore (“Dig Your Way Out”, “From Gold To Gray”). Il finale (“Invoking Dominance”) sembra poi costruire una sezione epica solo per divertirsi a distruggerla all’improvviso, con una violenza ancor più impellente. Come abbiamo già scritto, non c’è una reale progressione sonora, di fatto si riprende direttamente da “The Concrete Confessional”, ma i soliti anthem da pugno alzato, oltre a spintonare la concorrenza a debita distanza, possono effettivamente essere inseriti come opener o in chiusura degli infuocati live set della band, corrispondendo esattamente ai requisiti dichiarati che la stessa band si è preposta in studio di registrazione. Il tocco del produttore Zeuss infonde poi quella familiarità e quel senso di continuità che rende “Weight Of The False Self” sia un facile ‘fan service’ per i fan più accesi, sia un ideale compendio per introdursi per la prima volta nel testosteronico universo Hatebreed. Ogni minuto della ventennale esperienza della band è convertito efficacemente a servizio della canzone, ogni testo può trovare spazio dietro una maglietta. Come dice lo stesso frontman nel suo famoso podcast, “That shit is HAAARD!”.