HATESPHERE – Hatred Reborn

Pubblicato il 22/03/2023 da
voto
6.5
  • Band: HATESPHERE
  • Durata: 00:49:28
  • Disponibile dal: 24/03/2023
  • Etichetta:
  • Scarlet Records

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Nonostante siano ormai trascorsi più di diciassette anni, ogniqualvolta si leggono news relative agli Hatesphere, per chi scrive il ricordo vola direttamente a quella fredda sera di metà dicembre del 2005, quando la band danese aprì lo show dei Dark Tranquillity, i quali, insieme ai Chimaira e agli stessi Hatesphere, infiammarono il vecchio Live Club di Trezzo, con tanto di pavimento semovibile. Reduci dalla pubblicazione della loro quarta fatica, “The Sickness Within”, il combo guidato dal cantante Jacob Bredahl, riuscì nel breve tempo a disposizione a confermare le potenzialità già riversate in studio, mettendo in scena una prestazione tanto fulminea quanto passionale e fisica. Pedina magica e fondamentale di quel formato live così animalesco era proprio Bredahl, abile a donare quel tocco in più alla mole spropositata di death-thrash sprigionata dall’impianto strumentale diretto da Peter Lyse Hansen; elementi che, proprio ad inizio millennio trovarono il loro sfogo massimo in album come “Bloodred Hatred” e, appunto, “The Sickness Within”. Una figura cardine praticamente insostituibile, quella di Jacob: dal suo abbandono del 2007 ad oggi, il gruppo di Aarhus, con il solo ‘Pepe’ a costituirne il nucleo primordiale, oltre ad affrontare una serie indefinita di cambi di line-up, non è più stato in grado di raggiungere i livelli conquistati nei primi anni di carriera, nel periodo, guarda caso, in cui Bredahl era diretto protagonista.
Detto di una lieve ripresa d’intenti ottenuta con l’ultimo “Reduced To Flesh”, rilasciato cinque anni fa, gli Hatesphere ci riprovano nuovamente, ancora una volta dopo l’ennesimo cambio avvenuto dietro al microfono. A sostituire l’ultima voce danese, firmata dall’altalenante Esben Hansen, lo scorso anno, proprio nel mese di marzo, è arrivato Mathias Uldall, proveniente dai connazionali Royal Deceit. E con esso la registrazione del nuovo disco, l’undicesimo, il qui presente “Hatred Reborn”, la cui title-track viene posta immediatamente in apertura, come detonazione dell’iniziale risveglio (“The Awakening”) a sottolineare il ritorno in azione della band; una sorta di tributo, di omaggio all’intera storia degli Hatesphere. Ed è qui, con questo primo brano, che abbiamo il tempestivo riscontro circa il nuovo assetto vocale e compositivo del gruppo danese: da una parte Uldall, con il suo approccio metalcore, si districa abbastanza bene lungo le linee death-thrash tipiche della band; dall’altra il marchio di Peter Hansen si fa immediatamente riconoscere, con l’aggiunta, gradevole, di alcuni stacchi più melodici che rimandano per forza di cose al sound made in Gothenburg di fine anni Novanta.
Il ritmo si assesta sovrano con la successiva “Cutthroat”, sicuramente solida e diretta, ma altrettanto monocorde e non così sussultoria. Trama che si ripete in “Gravedigger”, più sostenuta e vertiginosa della precedente, ma anch’essa sparata con il freno a mano; staticità d’intenti palesemente riscontrabile e replicata pure in “918”. E si torna così a quell’annoso difetto ormai presente da tempo in casa Hatesphere, la cui forza di volontà si scontra ogni volta con l’incapacità di andare oltre certi canoni propositivi. Dalla sua, “Darkspwan” dà una stoccata interessante e micidiale alla stabilità sonora prima menzionata, con un Uldall sugli scudi a puntellare a dovere i furenti cambi di ritmo, sottolineando quell’intrinseco fascino che il male, la violenza e l’odio in generale esercita nell’essere umano. Ma non basta: sia “The Truest Form Of Pain” sia la più articolata e ‘armoniosa’ “Brand Of Sacrifice” alzano solo a metà la tensione generale, la quale subisce un nuovo contraccolpo (positivo) con la furibonda “Spitting Teeth”. A chiudere, come bonus track, ci pensano l’apprezzabile cover degli Scorpions “Another Piece Of Meat” e una versione live della cattivissima “The Fallen Shall Rise In A River Of Blood”. Ridiamo quindi il bentornato agli Hatesphere, carichi a mille, spontanei e genuini, ma sempre con quel pizzico di rimpianto per quello che avrebbero potuto essere.

TRACKLIST

  1. The Awakening
  2. Hatred Reborn
  3. Cutthroat
  4. Gravedigger
  5. 918
  6. Darkspawn
  7. The Truest Form Of Pain
  8. Brand Of Sacrifice
  9. A Violent Compulsion
  10. Spitting Teeth
  11. Another Piece Of Meat (Scorpions cover)
  12. The Fallen Shall Rise In A River Of Blood (live)
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