voto
7.5
7.5
- Band: HATESPHERE
- Durata: 00:40:51
- Disponibile dal: 17/06/2007
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Chiariamo subito le cose. Questo disco spacca. E’ tosto, pesante, vario, contiene tutti gli elementi per far girare la capoccia su e giù finché il collo non comincerà a dolerne. Cosa c’è che non va, vi chiederete allora? E’ che gli Hatesphere propongono più o meno la stessa solfa album dopo album. E quindi dopo l’ottimo “The Sickness Within” arriva questo “Serpent Smiles And Killer Eyes”, che sostanzialmente ribadisce le ottime capacità compositive della band senza però innovarsi o mutare di una virgola la propria proposta. Non è un male, direte voi. E infatti il disco è buono e il voto pure. La miscela è sempre la solita: thrash metal dagli ottimi e puliti suoni, ogni tanto qualche parte death e la voce, splendida, di Jacob Bredahl, cantante anche dei nostrani Allhelluja. Le canzoni? Belle! I quattro colpi sul tom di “Lies And Deceit” sono proprio le percussioni che poi troveremo nel resto del disco; il pezzo è sostenuto e gode di numerosi cambi di ritmo, tutti su riff graffianti e ripetuti. Subito dopo “The Slain”: il ritmo rallenta per lasciare il campo ad un’ottima e versatile prova vocale del cantante. “Damned Below Judas” è una song veloce con il cantato molto brutale ma con un ritornello poggiato su un riff molto pesante che fa da preludio a una ripartenza fulminante. “Drinking With The King Of The Dead” è una canzone dal ritmo lento e persistente, il classico pezzo che vi farà girare la testa senza sosta alcuna; riff portante pesantissimo. “Forever War” (song per la quale la band ha girato un curioso e anomalo video) è la classica song Hatesphere: riff iniziale veloce e poi via di thrash metal; un riff più lento consente di tirare il fiato prima della ripartenza finale, per una song veloce e d’impatto. “Feeding The Demons” è una canzone che parte lenta e gioca molto sulle linee vocali del singer, protagonista assoluto. La successiva “Floating” è una traccia veloce con una doppia cassa martellante del batterista, mentre “Let Them Hate” è una canzone lenta, poggiata sulle trame chitarristiche e sull’incedere pesante delle parti di batteria. Chiude il disco “Absolution”, che inizia tutta allegra e sostenuta salvo poi rallentare e terminare con una parte di tastiera che è una novità per la band danese. Disco tosto, godibilissimo e molto vario, questa band è una realtà affermata. Non aggiunge niente di nuovo ma quello che fa lo fa bene.