7.0
- Band: HATESPHERE
- Durata: 00:44:39
- Disponibile dal: 27/09/2005
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Sulla cresta dell’onda del precedente EP “The Killing” e dei tour europei che li hanno visti dividere il palco con act leggendari come Kreator, Dark Tranquillity e Morbid Angel, ritornano i danesi Hatesphere con quello che è il loro primo full length per il colosso SPV. “The Sickness Within” ci consegna una band che ha ormai trovato uno stile proprio – a cavallo tra thrash, hardcore e death metal – e che è pienamente consapevole dei propri mezzi ma che, purtroppo, non è ancora riuscita a mettere a segno il cosiddetto colpo del KO! Intendiamoci, il quarto album della formazione di Aahrus è sicuramente uno di quei lavori che, una volta inseriti nel lettore, vi stazionano per diversi giorni senza problemi, però ciò non significa affatto che sia privo di difetti. “The Sickness Within” infatti tutto sommato diverte e si rivela senza dubbio un album tra i più godibili uditi in campo thrash-death ultimamente, però – come del resto tutti gli altri capitoli della discografia degli Hatesphere – fallisce nell’impresa di confermarsi veramente interessante dalla prima all’ultima traccia della tracklist. Ancora una volta ci si trova alle prese con una serie di brani decisamente validi e convincenti posti accanto ad altri un filo prevedibili e manieristici che, oltre al classico ‘tupa tupa’ forsennato e alle laceranti urla di Bredahl, non offrono soluzioni avvincenti su tutta la linea. La prima parte del disco – da “The White Fever” a “Murderous Intent” – è semplicemente massacrante, nonché alfiera di soluzioni melodiche molto indovinate; la seconda, invece, oltre a offrire pezzi sulla falsariga dei precedenti (su tutti l’eccellente “Heaven Is Ready To Fall”), mette in mostra una carenza di idee piuttosto fastidiosa, che si configura in tracce del tutto vuote e anonime come “The Coming Of Chaos”, “Seeds Of Shame” e “Chamber Master”. C’è da sottolineare l’eccezionale produzione e la crescita del livello tecnico dei musicisti coinvolti, tuttavia non si può far a meno di notare che i nostri siano arrivati ancora una volta in ritardo all’appuntamento con il definitivo salto di qualità. Gli Hatesphere nel complesso sono una gran bella band, però in studio non si impegnano mai quanto realmente dovrebbero…