HAVEN – Causes

Pubblicato il 16/01/2025 da
voto
7.5
  • Band: HAVEN
  • Durata: 00:37:46
  • Disponibile dal: 24/01/2025
  • Etichetta:
  • Argonauta Records

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Ogni tanto si pubblicano dischi che non sono esordi, ma vere e proprie prove di volo, esibizioni di forza che reclamano attenzione dalle casse e pongono le premesse di un futuro luminoso (per chi scrive, l’esempio più calzante di questa categoria rimane “Turn On The Bright Light” degli Interpol) e poco importa che le aspettative dell’ascoltatore vengano poi brutalmente disattese dopo appena un album (come accadde appunto con la formazione statunitense), ciò che conta è quel barlume di luce che si riesce a cogliere, nei primi passi affatto incerti di questi artisti.
I berlinesi Haven, ad esempio, non si pongono neppure il problema di aver scelto un moniker piuttosto comune nel mondo della musica (ci sono gruppi/cantanti omonimi in qualsiasi genere, dall’elettronica all’alternative rock), ed esordiscono sulla lunga distanza dopo un percorso in sordina segnato da un paio di EP (“Anima”, del 2018 e l’appena più maturo “Vessel” datato 2020) che, anche ascoltati ora, rimangono prodotti piacevoli ma ordinari.
“Causes” invece, distribuito da un’Argonauta Records che per una volta si discosta dalle sonorità stoner-sludge a cui è devota, mostra una band completamente a proprio agio con una scrittura post-metal di alto livello sin dalla opening “Idol”, con il suo elegante impasto di voci pulite e scream in grado di esaltare sia melodia che ritmo avvolgente, e procede con pochissimi inciampi per trentotto minuti che saprebbero stupire (quando non emozionare) anche l’ascoltatore più cinico.
Il quartetto è perfettamente in grado di dosare orecchiabilità e pathos come nell’epica title-track, che sfoggia un refrain degno dei migliori Linkin Park, o in “Leash”, in cui le iniziali influenze black metal cedono il posto al cantato di Norman Siegel che riprende quello morbido e sensuale di Maynard James Keenan negli A Perfect Circle. Grazie a una padronanza della materia arricchita da un’attitudine prog, gli Haven sembrano in grado di navigare con disinvoltura in un terreno tradizionalmente difficile da dominare, un percorso che parte dai Deftones (il cui stile viene rivisitato dai quattro nella splendida “Ankou” finale) e arriva a sfiorare il pop, inteso nel suo significato più nobile.
In questo senso, tracce come “Wesen” o “Theia”, con linee melodiche semplici e piuttosto ripetitive, potrebbero apparire come esitazioni tipiche di un debutto, ma, secondo chi scrive, rappresentano invece un segnale potenzialmente allarmante per l’evoluzione della band.
Il quartetto berlinese, in definitiva, mostra con “Causes” capacità sorprendenti che, se fossero impiegate con razionalità, potrebbero portare in un futuro prossimo a dischi di grande impatto. Allo stesso modo, se i quattro cedessero alla tentazione di limitarsi ai ritornelli facili si trasformerebbero presto in una band divertente e di successo, ma certamente dimenticabile.
Stavolta, comunque, il nostro consiglio è  quello di abbandonare la prudenza e godersi il disco senza crogiolarsi nel dubbio di quello che verrà poi. Que sera, sera, insomma.

 

TRACKLIST

  1. Idol
  2. Causes
  3. Leash
  4. Wesen
  5. Rue
  6. Theia
  7. Ankou
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