7.0
- Band: HAVOK (USA)
- Durata: 00:45:45
- Disponibile dal: 01/05/2020
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
Spotify:
Apple Music:
Quinto lavoro per i thrasher americani, intitolato per l’appunto “V”, che segue di tre anni il loro ultimo album, “Conformicide”, un disco che mostrava una band sicura di sé pur senza essere nulla di trascendentale. Il nuovo album vede una band sugli scudi: l’evoluzione in seno alle composizioni e a una certa maturità della band sono evidenti, sebbene, come vedremo, non tocchino ancora l’apice di quello che potrebbe essere. Intendiamoci: le undici canzoni funzionano benissimo, e (alcune più di altre) sono un ottimo esempio di thrash metal nella sua migliore definizione, laddove il gruppo colpisce senza pietà – forte anche di un nuovo innesto al basso francamente più in linea con la formazione di quanto non lo fossero le corde del dimissionario Nick Schendzielos, un po’ troppo estroso rispetta alla concretezza del nuovo assunto Brandon Bruce.
Tuttavia c’è un qualcosa che non torna completamente nell’ascolto dei tre quarti d’ora che compongono “V”, forse perché ci si aspettava, ed era lecito a questo punto, un album che consacrasse gli Havok all’interno dell’odierna scena thrash. La produzione è d’impatto e permette ad ogni strumento di ritagliarsi uno spazio di rilievo, e anche la scrittura sa farsi valere (benché, come già detto, non manchino momenti di stanca), però dove gli Havok non riescono ad emergere è nella composizione di un suono che sia loro e solo loro, non mutuato dalle fin troppe ispirazioni che spuntano fuori fin troppo chiaramente durante l’ascolto (Sodom, Slayer, Testament, Death Angel, Megadeth, etc.). L’anima viene fuori, per carità (“Post-Truth Era”, “Panpsychism” o “Don’t Do It” ad esempio) e al netto di qualche caduta di personalità, bene o male gli Havok il buon pezzo lo tirano sempre fuori (come “Fear Campaign”, piuttosto derivativa ma che al di là di tutto ha davvero un tiro pazzesco). Insomma, certamente siamo di fronte ad un disco forte, di una band sicura di sé, ma non ancora abbastanza da fare davvero la differenza nell’ambito del thrash di questi anni, per quanto sia davvero difficile parlare di originalità in questo genere. Ci aspettavamo qualcosa di più, e le idee ci sono, vedremo come verranno gestite in futuro.