HAWKWIND – Warrior On The Edge Of Time

Pubblicato il 14/05/1975 da
voto
8.0
  • Band: HAWKWIND
  • Durata: 00:47:11
  • Disponibile dal: 09/05/1975
  • Etichetta:
  • United Artists Records

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Bissare il successo ottenuto dal precedente “Hall Of The Mountain Grill” è impresa non da poco, il disco infatti da molti viene tuttora considerato il picco artistico della carriera degli Hawkwind. Eppure la formazione inglese entra in studio e senza tanti complimenti il 9 maggio del 1975 sforna “Warrior On The Edge Of Time”, un lavoro destinato a resistere alla prova del tempo,  in grado di raggiungere la tredicesima posizione nelle classifiche inglesi e la n°150 nella classifica Billboard Americana (in futuro gli Hawkwind non riusciranno più a far comparire un loro disco nelle chart del Nuovo Continente). Questo disco è anche l’ultimo in cui compare il bassista Ian “Lemmy” Kilmister, che successivamente abbandonerà la band per formare i suoi Motörhead e dedicarsi a sonorità più heavy e rock’n’roll.  Il pezzo di apertura, “Assault And Battery, Part 1” utilizza come fonte di ispirazione la poesia “Psalm Off Life” di Henry Wadsworth Longfellow. I giochi di tastiere e flauti donano al brano  una forte connotazione space rock, in contemporanea le linee vocali di Dave Brock sembrano partorite quasi in uno stato di trance, un vero viaggio con la mente in un trip di galassie ed universi lontani. “The Wizard Blew His Horn”,  “Warriors” e “Standing at the Edge” sono brani brevi e recitati, i testi vengono tratti dalle opere del famoso scrittore Michael Moorcock e dalle sua leggendaria saga del Campione Eterno. Nei primi due brani lo scrittore in persona presta la sua voce, qui non ci sono vere linee vocali, la narrazione avviene mentre tastiere e mellotron giocano con i loro effetti spaziali. Molto suggestiva “Opa-Loka”, canzone interamente strumentale a metà via tra space rock e psichedelia, il ritmo e la batteria costante sono perfetti per ampliare i sensi durante un ascolto in stato di semi-coscienza, gli Hawkwind fanno assaggiare all’ascoltatore una forte dose di droga musicale, al posto di erba o pasticche, qui è la musica a stordire e creare una sorta di trance interiore. Con “The Demented Man” ritorniamo sulla terra, melodie lente e dolci questa volta ci rilassano, c’è un che di Pink Floyd nella canzone, ma la personalità di Brock e compagni si mantiene forte e presente. Si torna a viaggiare nelle galassie, “Spiral Galaxy 28948” raggiunge picchi altissimi di ispirazione, questa strumentale possiede la magnificenza di una colonna sonora e atmosfere degne del miglior rock spaziale in circolazione. L’unico capitolo debole del disco risponde al nome di “Dying Seas”, ci avviciniamo alla fine del disco e questo pezzo non riesce a mantenersi allo stesso livello dei brani precedenti.  Nota storica, ai tempi come singolo venne scelto “Kings Of Speed” e come b-side appariva proprio “Motörhead”, pezzo scritto e cantato da Lemmy, poi ripreso e pubblicato dai Motörhead stessi. La differenza di stile si sente eccome, sebbene in chiave space rock, sono evidenti i classici giri di basso che diventeranno un marchio di fabbrica per Lemmy e la sua band. Le chitarre seguono i veloci riff di Kilmister, mentre la batteria per la prima volta su disco picchia in modo heavy e potente. “Motörhead” è l’ultimo anello di congiunzione tra Lemmy e i suoi compagni di band, ormai il cantante/bassista si sente stretto, soffocato e vuole suonare in modo più heavy. Un addio col botto ai massimi livelli, “Warrior On The Edge Of Time” può essere annoverato fra i migliori dischi della formazione inglese.

TRACKLIST

  1. Assault and Battery (Part 1)
  2. The Golden Void (Part 2)
  3. The Wizard Blew His Horn
  4. Opa-Loka
  5. The Demented Man
  6. Magnu
  7. Standing at the Edge
  8. Spiral Galaxy 28948
  9. Warriors
  10. Dying Seas
  11. Kings of Speed
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