7.5
- Band: HEADS FOR THE DEAD
- Durata: 0:35:57
- Disponibile dal: 24/09/2018
- Etichetta:
- Transcending Obscurity
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Ed eccoci a parlare di un bel disco: “Serpent’s Curse”, debut degli Heads For The Dead, è descrivibile semplicemente così, e che sollievo ogni tanto poter dire semplicemente che un disco è un bel disco. Il death metal di questo duo anglo-germanico è violento e marcio quanto basta, sposa in maniera evidente la sponda svedese del fiume della morte e racchiude in trentacinque minuti una decina di tasselli di roba scritta bene e suonata meglio, piccoli succulenti pezzi di carne putrida lanciata in faccia all’ascoltatore tra schizzi di ferocia, qualche bello scream e passaggi pieni zeppi di groove.
La band, formata da Johnny Petterson (Ursinne, Wommbath tra gli altri) a tutti gli strumenti – tranne la batteria, suonata da Erik Bevenrud in qualità di session drummer – e Ralf Hauber (Revel in Flesh), getta in questo suo primo lavoro un bel po’ di idee, creando quella che sembra essere una colonna sonora per uno slasher molto cupo e oscuramente ironico, e anche l’immagine del gruppo sembra suggerire una certa affinità con l’arte cinematografica. Si passa da momenti veloci e fini a loro stessi, rigurgitanti bile e distruzione a roba quasi doom come in “Deep Below”, col suo appesantirsi sotto un muro di chitarre che aprono alle immagini più nefaste, passando per qualche bell’assolo e delle sane immagini vecchia scuola come in “Post Mortem Suffering” o, ancora, aperture morbose e volgari come in “Gate Creeper”.
Bel debutto dunque per gli Heads For The Dead, che non ci stupiremmo di vedere presto in qualche festival anche se non è molto chiara la conformazione della band in quanto tale e quali siano effettivamente i progetti dei due membri del gruppo: intanto ci possiamo gustare un bel disco di death metal, che come cosa non è mai un male.