7.5
- Band: HEAVEN SHALL BURN
- Durata: 00:49:18
- Disponibile dal: 22/04/2013
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Potremmo definire “Veto” il “solito” album degli Heaven Shall Burn, ma guai a voler trovare della sufficienza in tale espressione. Apprezziamo il gruppo melodic death/metal-core tedesco perchè nel corso degli anni è riuscito a trovare un proprio stile e a maneggiarlo con gusto e genuinità, prendendosi quasi sempre il tempo necessario per confezionare album molto curati. “Veto” è il settimo full-length dei ragazzi, un’opera che arriva dopo un trittico di tutto rispetto e che, senza strafare o stupire con effetti speciali, va a rinverdire i fasti di una scena un poco bloccata e avara di nuove promesse, iniettandole una nuova dose di adrenalina. “Veto” ci presenta la band in buonissima forma, sempre pronta a destreggiarsi tra epiche sfuriate di chiara estrazione death metal, dinamiche metal-core e ventate di malinconia. Rispetto ad “Invictus”, un disco molto potente ed aggressivo, si percepisce poi un pizzico di varietà in più: “Godiva”, ad esempio, apre la tracklist con formule melodic death piuttosto controllate, decisamente non lontane dagli In Flames di “Whoracle”; “Die Stürme Rufen Dich”, invece, gioca con tastiere ed effettistica, riavvicinandosi a certi esperimenti dell’album precedente. Infine, “Valhalla”, cover dei Blind Guardian alla quale prende parte persino Hansi Kürsch, rivendica senza vergogna il background prettamente metal del leader Maik Weichert. Il gruppo, comunque, dà il meglio quando rompe gli indugi e produce bordate death-thrash-core tanto profonde quanto immediate (“Land Of The Upright Ones”, “You Will Be Godless”, “Antagonized”…), nei quali emerge in pieno la spontaneità dei ragazzi, che, nonostante il successo sempre crescente, hanno sempre evitato di smorzare i toni o di scendere a compromessi, cercando spunti più malleabili e ruffiani. Certo, una “Fallen”, a tratti identica alla vecchia “Counterweight”, dimostra che qua e là serve comunque attenzione per non ripetersi del tutto e per sottrarsi ad una chiara sensazione di già sentito; ciò nonostante, “Veto” resta prima di tutto, e soprattutto, un disco scritto bene, ricercato nei dettagli e mai prolisso; un disco suonato con una convinzione e una forza che fanno impressione, pronto a rappresentare un nuovo solido capitolo in una discografia che conosce pochi cali di tensione o ingenuità. “Whatever It May Take” e “Deaf To Our Prayers” rimangono il top, ma finchè gli Heaven Shall Burn resteranno su questi livelli di ispirazione ed efficacia, sarà difficile far pesare loro un certo immobilismo stilistico. Pregevole, come al solito.