HEAVY LOAD – Riders Of The Ancient Storm

Pubblicato il 08/11/2023 da
voto
7.5
  • Band: HEAVY LOAD
  • Durata: 00:48:48
  • Disponibile dal: 06/10/2023
  • Etichetta:
  • No Remorse Records

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Senza troppi proclami ma giungendo un po’ all’improvviso, ecco il ritorno degli storici Heavy Load, band svedese da considerarsi tra i precursori dell’heavy metal con il debutto del 1978 “Full Speed At High Level”, la pubblicazione poco dopo dello storico EP “Metal Conquest” ed infine la stampa di due colonne portanti del genere come “Death Or Glory” e “Stronger Than Evil”.
Dal 1983, anno di pubblicazione di quest’ultimo, il gruppo pian piano fece perdere le proprie tracce diventando nome di culto, anche se i segni che ha lasciato – in quel breve lasso di tempo – sono tutt’ora indelebili. Chi ha seguito gli Heavy Load negli anni Ottanta è a conoscenza di quanto la band sia stata innovativa dal punto di vista sonoro, riuscendo a comporre un sound che poneva le proprie basi su un heavy metal abbastanza classico condendo il tutto con melodie molto più ariose e canticchiabili rispetto ad altre band che ai tempi puntavano invece su un mood molto più oscuro (vedi molti dei colleghi britannici). Quindi epicità e tastiere sono da sempre un must nei pezzi composti dal gruppo svedese e tali caratteristiche, come potevamo attenderci, sono presenti anche nei brani che compongono questo nuovo “Riders Of The Ancient Storm”.
Poche sono le informazioni che accompagnano questo comeback discografico, ma certamente ci viene da pensare che almeno parte della tracklist e alcune idee sparse qua e là siano state recuperate da composizioni chiuse in un cassetto e risalenti a quarant’anni fa, se non oltre: già la partenza con “Ride The Night” ci fa capire che la band è tornata con il proprio marchio di fabbrica, subito ben presente. Un pezzo dal gran tiro, che viaggia su ritmi medio-alti con una fase centrale che si esalta con atmosfere epicheggianti nel classico stile Heavy Load, melodie che si stampano facilmente in testa e tastiere – che abbondano come un po’ in tutto il disco – ben presenti come da tradizione.
Notiamo invece una produzione decisamente non al passo coi tempi: da una band che si ripresenta con l’intento di lasciare un segno forte ed un impatto deciso ci si poteva aspettare un impatto sonoro più pulito e potente (e non per forza moderno!), ma poco importa; è l’essenza dell’heavy metal a fare la differenza, ed all’interno di questo lavoro di carne al fuoco per gli amanti delle sonorità classiche ce n’è parecchia. Inoltre, ci viene da pensare che sia stata una scelta calcolata dalla band, quella di portare avanti le sonorità degli anni Ottanta come se questi quarant’anni non fossero mai passati.
Sono sonorità rockeggianti ad esplodere con la seguente “We Rock The World”; riff dalle tinte rètro accompagnato da tastiere di stampo settantiano conducono la strofa fino ad un ritornello/anthem da canticchiare fin dai primi ascolti.
Cori possenti – peccato anche qui per una registrazione che potrebbe aver reso ancora più giustizia ad un pezzo coinvolgente come questo – accompagnano le atmosfere epiche di “Walhalla Warriors” che riportano alla mente quelle della lucente “Dreaming” da “Stronger Than Evil”. Il basso risuona con veemenza durante il break centrale, prima che la chitarra di Nic Savage si fiondi su un assolo tagliente per poi ripartire con l’eroico refrain. Oscura e articolata, “Slave No More” si muove invece attraverso percorsi più massicci durante i suoi otto minuti ed oltre di durata, mentre riff scoppiettanti e le tastiere disegnano melodie avvolgenti durante “Raven Is Calling”, pezzo con sfumature dark che affonda la lama su un ritornello abbastanza semplice e diretto, ma in grado di trasmettere una carica elevata, con la voce di Wahlquist che punta per l’occasione su un approccio più ruvido, ben più adatto con le sonorità in questione.
Ancora le tastiere – le quali, rispetto al passato in questo disco assumono un ruolo forse fin troppo predominante – a condurre le danze con ritmi trionfali e ad accompagnare i riff stoppati di chitarra durante “Sail Away”, midtempo elegante che diventa subito uno dei momenti cardine dell’ascolto. Di nuovo la parte strumentale conquista con melodie neoclassiche, prolungandosi per un po’ e appassionando fino al ritornello finale ancora una volta ricco di pathos. A chiudere ci pensa la strumentale “Butterfly Whisperings”, brano che funge da outro con ripetuti arpeggi a dilungarsi per ben sette minuti malinconici e sognanti.
A Dokken e Cirith Ungol si accodano anche gli Heavy Load, partecipando al ballo dei ritorni eccellenti e lo fanno a ben quarant’anni di distanza dal loro ultimo lavoro. Non sarà tutto perfetto in “Riders Of The Ancient Storm”, ma riuscire a riportare in auge certi tipi di sonorità con questa qualità non è affatto scontato e loro ce l’hanno fatta. Bentornate leggende!

TRACKLIST

  1. Ride The Night
  2. We Rock The World
  3. Walhalla Warriors
  4. Angel Dark
  5. Slave No More
  6. Raven Is Calling
  7. Sail Away
  8. Butterfly Whisperings (Bonus Track)
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