7.5
- Band: HEIDEVOLK
- Durata: 00:39:45
- Disponibile dal: 02/03/2012
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Per i prodi guerrieri germanici Heidevolk provenienti dall’odierna Olanda non deve essere stato facile costruire un concept album basato sulla storia dei propri antenati, il popolo dei Batavi. I Batavi, infatti, storicamente furono degli affidabili alleati dei Romani e costituirono un’importante sezione della cavalleria degli ausiliari delle legioni romane. Bel problema per gli Heidevolk, che da sempre hanno basato i propri testi sulle tradizioni germaniche dei propri avi. Ma i Batavi, ad un certo punto della loro ‘allenza’ con Roma, divennero protagonisti di una sanguinosa ribellione all’Impero Romano e si allearono ad altri popoli germanici, alcuni dei quali capeggiati dalla sacerdotessa Veleda. A questo ed altri episodi storici analoghi gli Heidevolk si rifanno su questo nuovo, entusiasmante album. Era dai tempi del primo full length album autoprodotto “De Strijdlust Is Geboren” che la band di questi ragazzoni olandesi non riusciva ad esprimersi a livelli così convincenti. “Batavi” gode di un’ottima produzione, lo stile è quel pagan metal che ha permesso alla band di emergere in questi anni: semplice, epico e convincente. L’inizio dell’album presenta subito un paio di brani di grande pathos, del resto la band olandese con poche note riesce a riavvolgere il nastro del tempo fino ad arrivare ai primi secoli dopo Cristo, quando l’Europa era teatro del contrasto tra la civiltà romana e quella germanica. Il doppio cantato, che in pochi possono vantare, permette agli Heidevolk di essere molto incisivi, ma bisognerebbe usare i due cantati anche in modo separato con maggior insistenza, dato che il timbro di voce di entrambi i singer è molto piacevole. In brani come “In Het Woud Gezworen” il pagan metal degli Heidevolk è assai simile a quello dei Vintersorg degli esordi, dai ritmi sostenuti ed incalzanti, mentre per il pathos germanico evocato ricordano i maestri turingi Menhir. Il breve brano acustico “Veleda” è il giusto omaggio ad una donna guerriera entrata di diritto nella storia e nella leggenda dei popoli germanici. Il meglio degli Heidevolk in “Batavi” è possibile ascoltarlo nel brano scelto dalla band, e a ragione, per il videoclip promozionale di questo album: “Als De Dood Weer Naar Ons Lacht”. A questa band non si potrà probabilmente mai chiedere di modificare il proprio stile di una virgola, ma finché gli Heidevolk riporteranno in vita con tinte così forti e realistiche le epiche gesta del passato che appartengono alla cultura continentale, nessuno potrà mai lamentarsi. Grande release che trasuda di sentimenti veri.