7.0
- Band: HEIDEVOLK
- Durata: 00:58:17
- Disponibile dal: 12/01/18
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
I sei vichinghi olandesi tornano sul mercato discografico a tre anni da “Velua”, con una line-up nuovamente rimaneggiata. Due new entry importanti: Kevin Storm alla chitarra e Jacco de Wijs dietro al microfono, insieme a Lars NachtBraecker (aka Blahrafn). Nonostante i problemi di instabilità interna che sembrano non abbandonare il combo, il livello dei loro lavori non è mai sceso sotto la sufficienza, e questo “Vuur Van Verzet” (“il fuoco della resistenza”) si dimostra non essere da meno (anzi). Le liriche ci narrano (per la maggior parte in olandese e parzialmente in inglese – novità di questo lavoro) le vicende che videro l’insurrezione delle popolazioni locali contro la dominazione romana, nella riconquista dei territori che oggi definiamo Paesi Bassi. Musicalmente il viking/folk cui ci hanno abituato i Nostri acquista una leggera venatura cupa, pur mantenendo intatta la spiccata ‘ritmicità’ di quase tutte le composizioni e la forte matrice power. “The Alliance”, che vede la partecipazione di Alan Averill dei Primordial alle backing vocals, rispecchia pienamente questo discorso: qui la sezione ritmica fornisce il nerbo sul quale si innestano melodie epiche che rimandano al folk inglese. L’intero lavoro fonde melodia e groove, senza dimenticare i cori. In termini di ‘materiale da singolo’, o meglio da live, segnaliamo sicuramente “A Wolf In My Heart”, che, pur non avendo la forza di una “Saksenland”, ha un ritornello in grado di farsi ricordare facilmente e la giusta capacità di trascinare. In generale, il sestetto predilige i midtempo, ma nonostante questo sono in grado di assicurare una buona dose di varietà all’album. Non tutte le canzoni sono ugualmente forti, ma non ci sono episodi realmente dimenticabili. La voce di Lars NachtBraecker rappresenta croce e delizia del combo, nel senso che è estremamente caratteristica, ma anche abbastanza monocorde, e quindi in parte limitante (al di là dell’apprezzamento personale). La vera forza – e in un certo senso la sorpresa – di questo disco sono però i brani acustici: “Yngwaz’ Zonen”, all’apparenza scarna (solo voci, percussioni e il rumore del mare in lontananza) e la traccia bonus “Drink Op De Nacht”, classico brano da menestrelli riuniti intorno al fuoco, sono dotate della capacità di entrarti dentro e contemporaneamente trasportarti lontano nel tempo e nello spazio. Nel complesso, “Vuur Van Verzet” è un buon disco, in grado di avere un buon appeal anche al di fuori della cerchia di fan abituali. Per parte nostra speriamo che la band capitanata da Joost Vellenknotscher coltivi la propria vena più puramente folk, dando maggior spazio alle composizioni acustiche.