6.0
- Band: HELHEIM
- Durata: 00:47:36
- Disponibile dal: 12/06/2006
- Etichetta:
- Dark Essence Records
- Distributore: Masterpiece
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Ahimé, forse è giunta l’ora per i norvegesi Helheim, uno dei gruppi storici viking metal in circolazione, di scendere dai propri vascelli e far ritorno a casa. La band dopo lo splendido “Blod & Ild”, vivido di sangue vichingo, ha iniziato un preoccupante processo di involuzione culminato col deprecabile “Yersinia Pestis” e prosegue con il nuovo “The Journeys And The Experiences Of Death”, album sufficiente, ma lontato dagli standard raggiunti dal gruppo in passato. Il titolo fotografa il contenuto del quinto full length album degli Helheim: si tratta di un viaggio cupo verso i confini pericolosi della morte, dove il tempo è adombrato dal fatalismo pessimista delle genti del Nord. Non suona propriamente viking metal questo CD, anzi di epico c’è assai poco. Solitamente gli Helheim hanno sempre privilegiato la furia black metal al viking metal versatile e ammiccante più all’heavy che non al metal estremo. Con il lavoro precedente preoccupanti influssi thrash/death avevano fatto capolino, ora il CD suona piuttosto death/black, con riff contorti e purtroppo talvolta sconclusionati. Forse si tratta dell’album più introverso della band, il meno subitamente accessibile, il più cupo e distorto. Due buoni brani come l’opener “Veneration For The Dead” e la conclusiva “Threll And The Master” non riescono a capitalizzare le buone idee di cui dispongono, c’è qualcosa che non va, il meccanismo non è pulito, manca sempre qualcosa a questo album per elevarlo al di sopra dell’anonimato. Unico brano che resta impresso, anche se un po’ troppo lungo, è “Oaken Dragons” in cui sembra di vivere un’Odissea nordica, con canti di sirene sinistre che cercano di incantare i guerrieri che fieri procedono sui loro drakkar. I vichinghi Helheim procedono retti per la propria via, ma il mare davanti a loro è in tempesta.